CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione Università degli Studi di Parma propone questa sera alle 21 e 30, all’interno della rassegna musicale Jazz in Abbazia ( presso Abbazia di Valserena – Strada Viazza di Paradigna, 1 – Parma) il concerto Il Suono del Furore. La musica di Simone Massaron e le immagini di Dorothea Lange. Il progetto è inedito, nato da un’idea del musicista Simone Massaron e dalla consultazione presso l’Archivio dello Csac del fondo della Farm Security Administration e delle fotografie di Dorothea Lange. Il Suono Del Furore, una sorta di spin-off di un progetto più ampio dedicato dal chitarrista allo scrittore John Steinbeck, si ispira ai racconti e alle immagini del Dust Bowl, la serie di tempeste di polvere che si scatenò nelle grandi pianure degli Stati Uniti tra il 1931 e il 1939, desertificando un’area di quasi 400mila chilometri quadrati e provocando così la migrazione forzata di migliaia di contadini verso l’ovest. È proprio di questa migrazione che tratta il romanzo Furore di John Steinbeck, al quale sono indirizzate diverse delle composizioni di questo progetto, tra cui il brano Tom Joad che viene più volte ripresentato in diverse versioni, quasi fosse un leitmotiv. Le immagini vengono presentate in un video, come se fosse una sequenza di diapositive, curato e realizzato da Massaron in collaborazione con il curatore Paolo Barbaro, nel quale sono volutamente inseriti dei neri come metafora del silenzio visivo, portando lo spettatore a lasciare che l’immagine si stemperi nella memoria.
Simone Massaron confessa di essere: “un grande appassionato di fotografia e Dorothea Lange che è sempre stata uno dei miei riferimenti. Durante la lavorazione al progetto su John Steinbeck mi è arrivata la gradita occasione di scrivere e suonare qualcosa sulle sue immagini del Dust Bowl contenute nell’archivio del CSAC. Nel museo è custodito un fondo della Farm Security Administration con oltre 2400 immagini e poterle consultare, insieme all’archivio della Library Of Congress online mi ha profondamente ispirato, dandomi l’occasione di approfondire la ricerca sul rapporto tra suono e immagine. Le immagini della Lange mi riportano al film di John Ford Furore, tratto dal romanzo di Steinbeck, ma forniscono anche una visione profonda e reale che ci ricorda che tutto è realmente accaduto. Nel mio immaginario l’America delle Highways è sempre stata sinonimo di avventura a lieto fine, o di viaggio alla ricerca di un qualcosa che alla fine viene sempre svelato (penso a romanzi come Strade Blu o Sulla Strada). In questo caso il road movie del mio immaginario non ha un lieto fine, ma solo i silenzi sconcertanti di quelle persone che si sono trascinate con tutti i loro averi in strade assolate verso un futuro incerto. Nel romanzo di Steinbeck e anche nel film di Ford, il ruolo della chitarra è molto importante in quanto è lo strumento preferito dagli Okies che si radunano alla sera fuori dalle tende per ascoltare chi tra loro sa suonare lo strumento. Ho voluto immaginarmi come un narratore che, al di sotto delle immagini proiettate, cerca di raccontare l’emozioni di ogni uomo, di ogni bambino e di ogni donna. A questo è legata la scelta di suonare dal vivo da solo anche se molte delle composizioni sono state scritte per organici più ampi. Il suono della chitarra, in questo caso elettrica, mi è più che sufficiente per interagire con il profondo silenzio che alcuni degli scatti mi trasmettono. Alcuni brani sono stati scritti appositamente per il progetto Il Suono Del Furore mentre altri sono stati riadattati dal progetto su John Steinbeck, progetto ancora in fase di registrazione. E’ stato naturale e significativo per me, ridurre questi brani per chitarra sola, riportandomi alla mente il ruolo del cantore del camp”.