Filippine. Quando un’epidemia inizia a trasformare la popolazione in zombie assetati di sangue, Emon (interpretato da Brandon Vera), detenuto con un addestramento nelle forze speciali, evade di prigione e si fa eroicamente strada attraverso le orde di infetti per tornare a casa da moglie e figlia. Day Zero è un film horror del 2022 scritto da Ays De Guzman e diretto da Joey De Guzman, alla regia del suo secondo lungometraggio dopo The Ghosting (2019). Il ritmo frenetico che tiene incollati alla sedia dall’inizio alla fine ricorda un’altra pellicola asiatica, Train to Busan (2016) di Yeon Sang-ho, mentre la fisicità isterica dei corpi è quella tipica delle nuove rappresentazioni di questa particolare categoria di non-morti (World War Z, 28 Giorni dopo). Ambientato all’interno di un complesso di appartamenti, la regia offre un’eccellente restituzione di questo ambiente claustrofobico: un mix labirintico di corridoi lunghi e stretti che esacerbano la lotta per la sopravvivenza. Gli echi della pandemia da Covid-19 punteggiano la sceneggiatura: pare che la causa dell’infezione apocalittica sia una nuova variante del virus Dengue, come comunica la voce fuoricampo delle autorità che invita la popolazione a rimanere chiusa nelle proprie abitazioni.
È il giorno zero, e non ci sono ancora, com’è d’uso nei film di zombie, zone sicure da raggiungere. La particolare mutazione di questo virus stimola a una violenza paragonabile a quella, viene detto, dei troll in rete: un curioso accostamento che apre a una riflessione su come gli zombie siano tradizionalmente utilizzati per la loro forte valenza metaforica. Se nel 1978 i morti viventi invadevano i centri commerciali (si veda Dawn of the dead di George A. Romero) ora sono violenti come solo il web sa istigare alla violenza. Gli spunti per una più approfondita denuncia sociale restano comunque piuttosto sottotraccia nel film di De Guzman, che predilige dichiaratamente la dimensione dell’intrattenimento. Brandon Vera, il Dwayne Johnson filippino, offre un’ottima interpretazione: un gigante buono che non teme il corpo a corpo con gli infetti, fracassando crani a mani nude con elegante agilità. Le sue mancanze interpretative sono perfettamente colmate dalla piccola Freya Fury Montierro, che interpreta Jane, la figlia sordomuta di Emon: la sua performance basata esclusivamente sul linguaggio del corpo restituisce una vasta gamma di emozioni. Nel complesso Day Zero risulta un piacevole prodotto di entertainment per gli amanti del genere.