Piccola. Ebrea. Donna. In Una giusta causa di Mimi Leder Felicity Jones è Ruth Bader Ginsburg. La seconda donna a essere nominata Giudice della Corte Suprema, la più alta corte federale degli States, e abilitata a trattare casi di discriminazione sessuale. L’unica in carica, oggi che ha 86 anni. Una delle sole 9 donne ammesse al corso di legge di Harvard, nel 1956. Su 500 maschi. Ruth Bader Ginsburg è ancora oggi una piccola donna che non si piega. 48 chili di forza e coraggio e impegno e passione per la difesa della legge. Dei diritti delle persone davanti alla legge. È ancora giudice della Corte Suprema, è la più grande progressista in attività oggi nell’America di Trump. Combatte ancora. Anche contro la malattia. Quando nei mesi scorsi le sue condizioni si sono aggravate, l’intero paese le è stato accanto. E lei, appena guarita, ha assicurato tutti che avrebbe lavorato da casa, che non avrebbe mai mollato. La stampa Usa l’ha soprannominata Notorius RBG, Kate McKinnon ne ha fatto un’imitazione irresistibile al Saturday Night Live . Il film, bell’esempio di cinema civile con un rassicurante profumo anni Sessanta, l’ha scritto il nipote.
È quasi un’icona pop. Va in palestra due volte la settimana e si fa fotografare agli attrezzi. Ci sono bambole con le sue fattezze. Bill Clinton l’ha nominata membro della Corte. Barack Obama si è inchinato davanti a lei. Dal 2010 ha perso il compagno di una vita, con cui studiava ad Harvard nel 1956: il marito Martin D Ginsburg. Nel film è Armie Hammer. L’americano di Chiamami col tuo nome. Una giusta causa racconta come tutto è cominciato. Con l’arrivo ad Harvard. La famiglia e gli studi da portare avanti. La famiglia e il lavoro da cercare. Il privato e le cause per cui combattere. Un caso, molto controverso, di discriminazione di genere. Quello di Charles Moritz. Maschio a cui erano stati negati 296 dollari di detrazione fiscale perché badante della madre. Perché maschio. «Questo è un caso di discriminazione basata sul sesso!», esclamò Ruth quando le presentarono il caso. Il titolo originale del film è On the Basis of Sex. Scoprire chi è davvero Ruth Bader Ginsburg è un modo per apprezzare la democrazia e le regole. Da Ascoltare uno dei discorsi più lunghi fatti davanti alla Corte suprema di cui Ruth poi diventerà membro. Uno dei più lunghi mai sentiti al cinema: 5 minuti e 32 secondi. Felicity Jones li “regge” senza stacchi. Ha detto l’attrice: «Ho avuto la fortuna di incontrarla nel suo appartamento di Washington. È stato un incontro molto commovente. C’erano così tanti dettagli e non volevo dimenticare nulla. Quindi le ho detto: “Ruth, ti spiace se faccio qualche foto?”. Mentre fotografavo la sua scrivania, notavo come ogni cosa avesse un suo ordine. E ho pensato: “Questa donna si prende cura di tutto”». Alla fine, a chiudere il cerchio, compare la vera Ruth Bader Ginsburg. Lei in persona oggi, coi suoi tailleur e i capelli tirati indietro.