Il leggendario Highbury dell’Arsenal, casa dei Gunners dal 1913 al 2006 e poi ristrutturato e trasformato in appartamenti; il mai abbastanza rimpianto Roker Park del Sunderland dove quasi tutti gli spettatori assistevano in piedi alle partite; il Maine Road che ha visto esibirsi per 80 anni (1923-2003) il Manchester City; lo stadio di Wembley, raso al suolo nel 2003 per ricostruire una versione moderna (e fredda) con lo stesso nome. Lo studio di design inglese Dorothy celebra con quattro opere, intitolate Lost Destination e ispirate a manifesti di viaggio della prima metà del Ventesimo secolo, quattro stadi amatissimi che hanno fatto la storia del calcio britannico. Impianti “persi” ma non dimenticati dai tifosi, basta farsi un giro nei pub dove si ritrovano i fan per sentire quanta nostalgia ci sia per quelle gradinate, spesso scomode che però erano davvero la casa dei tifosi. Nulla a che vedere con gli stadi aziendali di oggi, dove i supporter vengono considerati dei semplici clienti.