L’elaborazione del lutto è sempre una questione intima e soggettiva; davanti all’esperienza della perdita e dell’abbandono si spalanca un baratro emotivo, carico tanto di incognite quanto di misteriose forze che ci spingono a reagire, a reinventarci e a trovare gli strumenti utili a crescere, in certi casi a rinascere o a far scaturire una nuova consapevolezza. È quello che succede ai “ragazzini” protagonisti di Just Kids opera del regista francese Christophe Blanc in concorso nella sezione lungometraggi al MyFrenchFilmFestival, che prende le mosse proprio dall’esperienza della perdita. Nella periferia di Grenoble, tre fratelli si ritrovano orfani dopo la morte del padre; mentre Lisa se ne va con il fidanzato più grande verso Sud alla ricerca di un’altra vita, l’appena maggiorenne Jack accetta di fare da tutore al più piccolo Mathis. È l’inizio di una vita nuova e di una totale libertà talvolta elettrizzante, ma allo stesso tempo forzatamente anticipata e destabilizzante, dove gli spettri del passato sono sempre alla porta (letteralmente e non solo); soprattutto per Jack, incapace di fare spazio a un dolore presente e perseguitato dagli interrogativi sulla morte del padre, che scopre invischiato nella rete del gioco d’azzardo. Per contrasto, Mathis non nasconde la sua fragilità e mostra le sue ferite con una sincerità capace di spiazzare anche gli adulti; sarà anche grazie a una macchina fotografica appartenuta al padre, ritrovata per caso e portata sempre con sé che uno sguardo nuovo sulla vita sarà possibile (emblematica in questo senso è la scena finale, dove Mathis prepara lo scatto del fratello, dirigendolo come farebbe un vero professionista).
È quindi il rapporto tra i due fratelli e in particolare i loro rispettivi modi di affrontare la perdita ad essere al centro del film e la solida coppia formata da Kacey Mottet Klein (Jack) e Andrea Maggiulli (Mathis), il primo con una già notevole carriera di attore alle spalle, il secondo esordiente, cresciuto in famiglia di artisti e perfettamente a suo agio davanti alla macchina da presa, è carica dell’energia travolgente della gioventù. Pur raffrontandosi col dramma, in parte anche autobiografico come ha dichiarato il regista stesso, lo sguardo di Blanc sulle vicende dei due fratelli non sfocia mai nel melodrammatico, ma anzi si destreggia abilmente tra più registri, talvolta anche solo accennati, come il noir, il rocambolesco, il poliziesco, l’onirico. Blanc tiene insieme con originalità tutti i tasselli che compongono il puzzle delle relazioni, non solo quelle familiari, dove non sono lasciate al caso nemmeno le azioni e le scelte dei personaggi più secondari. Relazioni familiari, adolescenza, crescita sono poi temi cari al cinema francese da sempre, e questo Blanc lo ha ben presente e pare dirlo in quell’epilogo sulla spiaggia, quando, idealmente, la tempesta è passata: si finisce sempre lì, a quell’autore e a quel film dopo il quale tutto è già stato detto, a Truffaut e a I quattrocento colpi e Jack come un giovane Antoine Doinel, che volge finalmente il suo nuovo sguardo alla vita.
Just Kids è visibile fino al 15 febbraio 2021 sul sito https://www.myfrenchfilmfestival.com/en/