Ha aperto a fine maggio, nell’Abbazia di Valserena (la “Certosa di Parma” di Stendhal), il Museo del Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università (CSAC), che conserva il più esteso patrimonio culturale visivo e progettuale in Italia sul Novecento con oltre 12 milioni di pezzi di materiali suddivisi in cinque sezioni: Arte (oltre 1.700 dipinti, 300 sculture, 17.000 disegni), Fotografia (con oltre 300 fondi e più di 9 milioni di immagini), Moda (con circa 70.000 pezzi tra figurini, disegni, schizzi, abiti, riviste), Progetto (1.500.000 disegni, 800 maquettes, 2000 oggetti) e Media (7.000 bozzetti di manifesti, 2.000 manifesti cinematografici, 11.000 disegni di satira e fumetto e 3.000 disegni per illustrazione).Lo CSAC, fondato nel 1968 da Arturo Carlo Quintavalle e in seguito diretto da Gloria Bianchino, dal 2007 ha sede nella Abbazia cistercense di Valserena. Gli spazi dell’abbazia sono stati oggi rinnovati attraverso un importante progetto architettonico promosso e sostenuto dall’Università di Parma. Il Museo, che trova sede nell’imponente Chiesa monastica a croce latina, nella Sala delle Colonne e nella Sala Ipogea, ospita l’esposizione permanente, in grado di rinnovarsi potenzialmente all’infinito attingendo allo straordinario repertorio visivo dell’Archivio, i cui materiali saranno esposti a rotazione.
le sedici sezioni dell’esposizione sono dedicate a temi che fanno emergere la complessa natura di questo Archivio/Museo, attraverso le interazioni trasversali delle sue collezioni: dall’Arte alla Moda, dal Design alla Fotografia, dall’Architettura alla Pubblicità fino al Disegno della satira, con opere e progetti, solo per citarne alcuni, di Lucio Fontana, Giorgio Armani, Gianfranco Ferré, Achille Castiglioni, Nizzoli e Bellini per Olivetti, Man Ray, Luigi Ghirri, Dorothea Lange, Giò Ponti, Pier Luigi Nervi, Giuseppe Samonà, Armando Testa, Tullio Pericoli, Vincino. Grande attenzione viene riservata anche alla cultura figurativa e progettuale degli anni ’60 e ’70 con opere di artisti entrate nelle collezioni dello CSAC sin dai primi anni di attività, come quelle di Enrico Baj, Mario Ceroli, Luciano Fabro, Emilio Isgrò, Enzo Mari, Giulio Paolini, Michelangelo Pistoletto, Mario Schifano, Ettore Sottsass, Emilio Tadini. Infine c’è spazio anche per la scultura con installazioni di Fausto Melotti e Arnaldo Pomodoro.