A Treviso la storia del ciclismo con Ruota a ruota. Storie di biciclette, manifesti e campioni

Fino al 2 ottobre, in Santa Margherita, nuova sede del Museo Nazionale Collezione Salce, si può visitare la mostra Ruota a ruota. Storie di biciclette, manifesti e campioni a cura di Elisabetta Pasqualin; consulente storica Antonella Stelitano; da un’idea di Chiara Matteazzi. Gli autori dei manifesti sono artisti come Dudovich, Mazza, Malerba, Ballerio, Villa, Alberto Martini, Codognato, Boccasile. Vale a dire molti tra i maggiori protagonisti della storia dell’illustrazione e dell’arte italiana del secolo passato. Dalle bici illustrate a quelle che hanno scritto la storia recente del ciclismo. In mostra, infatti, ci sono anche alcune delle biciclette della collezione Pinarello che hanno portato alla vittoria campioni come Bertoglio, Chioccioli, Indurain,, Ullrich, Petacchi, Wiggins, Viviani, Froome, Bernal, Carapaz, Ganna. (In apertura Aurelio Craffanora, Pneus Pirelli, 1925- 35).

 

Osvaldo Ballerio, Biciclette marca Milano, 1905-15

 

Due le sezioni principali del percorso espositivo: da una parte lo sport e l’agonismo, con i suoi protagonisti, le produzioni, i marchi e l’esposizione di pezzi storici della collezione Pinarello. Dall’altra gli aspetti sociali: le donne, il costume, i viaggi, il turismo, appunto. “La “terrazza” – spiega la curatrice Elisabetta Pasqualin – accoglie la sezione dedicata allo sport: verranno esposti i manifesti della collezione Salce, che abbracciano un arco temporale che va dai primi del ‘900 al 1955 circa e che illustrano la nascita delle principali industrie: Cicli Maino, con Costante Girardengo, Torpedo con Alfredo Binda e Georges Ronsse, Olympia, Maino, Atala con Ganna, Pavesi e Galletti, poi Piave, Prinetti e Stucchi poi solo Stucchi, Bianchi con Gaetano Belloni, Menon di Roncade, ed altri. Una parte sarà dedicata alle gare ciclistiche locali e nazionali: dal Trofeo Rinascente (1949) ai Campionati del mondo (1939 e 1951), alla cartina del Giro d’Italia (1922) con le immagini dei più grandi ciclisti. Segue una sezione speciale sulla storia dell’industria ciclistica italiana con l’esposizione di biciclette della collezione Pinarello: biciclette che hanno scritto una pagina di storia del ciclismo italiano, accompagnandosi a molti prestigiosissimi successi. Saranno esposte 15 biciclette, con relativi pannelli esplicativi e immagini del campione a esse legato”.

 

Aleardo Villa, La Bicicletta, 1900 – 06

 

A piano terra trova spazio una sezione dedicata alla società e alla socialità, che abbraccia un arco temporale che va dalla fine dell’800 agli anni ’40 del Novecento. Sono rappresentate anche le prime industrie straniere, come Townend Cycles (1896), Rambler Bicycles (1900) oltre a quelle italiane, come Maino, Stucchi, Dei, e molte altre.
“Sono manifesti che raccontano la novità e le sfide del futuro: le nuove libertà di muoversi in autonomia, un nuovo tipo di turismo, il divertimento all’aria aperta, una nuova socializzazione, la nuova moda e, per le donne, un nuovo modo di percepire i propri spazi e di emanciparsi”, sottolinea Alberto Fiorin, autore di un saggio su Bicicletta e turismo nel catalogo edito da Silvana. In mostra, accanto ai manifesti, anche alcune delle le bici di casa Pinarello che hanno segnato momenti magici della storia del ciclismo degli ultimi decenni. Infatti Il valore aggiunto della mostra è proprio l’unione imprenditoriale e culturale, che fa ben capire il legame profondo che unisce i protagonisti che hanno scritto pagine di storia dello sport su due ruote al ricco patrimonio anche culturale della città.

 

Romano Di Massa, Torpedo, post 1929

 

 

Locandina pubblicitaria di Mario Bazzi, Tubolari Pirelli, 1938