Tratto da un grande classico della letteratura francese per bambini (Rroû di Maurice Genevoix), Vita da gatto non è solo la storia di un gatto, trovato appena svezzato in soffitta, ma è la storia di una bambina, della sua famiglia e di come la presenza di un cucciolo riesca a modificare l’ambiente intorno. Perché si tratta di registrare e studiare una lunga serie di cambiamenti, talvolta plateali, talvolta impercettibili, eppure tutti legati da un principio di causa-effetto. A dirigerlo è Guillaume Maidatchevsky, biologo e studioso della fauna selvatica, con alle spalle una carriera di regista e produttore di documentari indipendenti o di importanti emittenti televisive francesi e internazionali (France 2, France 5, National Geographic, SKY), che il pubblico italiano conosce per i film Ailo – Un’avventura tra i ghiacci (2018) e Kina & Yuk alla scoperta del mondo. Per la prima volta Maidatchevsky si confronta con una storia più vicina alla quotidianità, quella della piccola Clemence, vivace e avventurosa bambina di dieci anni, persa tra il suo universo di streghe e gnomi, e della sua famiglia, un padre e una madre amorevoli, ma che non fanno che litigare tra loro. Dal canto suo Rroû è il cucciolo di felino più tipico: tigrato, intraprendente, dolce e giocoso, con cui instaurare un rapporto speciale, quasi simbiotico, basato su complicità e cure, tenerezza e scoperte.
Certo, è facile alla fuga per la sua innata tendenza a scoprire, come quando, ancora coi fratelli in soffitta, si avventura sul tetto ignaro dei rischi, o quando esce di gran corsa dalla porta di casa, fin sulle scale, fino alla strada e poi, in campagna, le scorribande notturne tra animali selvatici e randagi. Guillaume Maidatchevsky, nell’adattare ai giorni nostri un romanzo ambientato nel 1931 ha saputo mantenere l’aspetto più autentico del libro proprio per via dell’accurata descrizione del piccolo gatto protagonista. Chi conosce i felini sa che sono al confine tra due mondi: quello domestico e quello esterno. Hanno un lato indomabile, irrefrenabile che non scompare mai, neppure nei gatti più domestici, e Vita da gatto (premiato come miglior film al Giffoni Film Festival 2023 nella categoria Elements +6) decide di esaltare proprio questo aspetto. Un racconto di crescita e di conoscenza per Clemence che, messa a dura prova dal divorzio dei genitori, trova conforto nel suo piccolo amico, che imparerà a conoscere e ad amare in tutta la ricchezza del suo essere. Vita da gatto è un bell’omaggio all’universo animale, ma anche a tratti semplicistico e schematico, irrisolto nel voler essere contemporaneamente fiaba e realismo.