Nei ruggenti anni ’60 di una terra alternativa, i Fantastici 4 sono un quartetto di supereroi famosi come rockstar che oltre a proteggere il mondo con i loro superpoteri hanno portato il progresso grazie alle ricerche scientifiche di Reed Richards e al lavoro politico di Sue Storm. In un mondo a tratti utopico sono due le novità che arrivano sconvolgere le loro vite. La prima è la gravidanza di Susan, che li costringe a rivedere i loro ritmi familiari, e la seconda è l’arrivo di Galactus che, attraverso il suo araldo Silver Surfer, annuncia la sua venuta con l’intenzione di nutrirsi dell’intero pianeta Terra. Un prezzo da pagare per placarlo ci sarebbe, ma potrebbe essere troppo anche per i Fantastici 4. Che il Marvel Cinematic Universe fosse in crisi dopo Endgame, nessuna pellicola uscita dopo la conclusione della saga di Thanos ha riscosso grandi successi né al botteghino né tantomeno presso la critica, è un fatto risaputo al punto che in tanti si sono chiesti se il declino del franchise fosse ormai irreversibile.

La necessità di una nuova partenza si è palesata ancor più chiaramente dopo che James Gunn, regista acclamato per Guardiani della Galassia passato al timone dell’universo cinematografico DC Comics, ha iniziato a mostrare opere interessanti come Peacemaker e Creature Commandos. La sfida si è fatta bollente intorno a due pellicole: Superman di James Gunn e Fantastici 4 – Gli Inizi di Matt Shakman. Le logiche creative alla base dei due film si assomigliano parecchio: l’atmosfera solare e scanzonata, gli eroi positivi, l’estetica cartoonesca vicina ai comics e una ripresa dello spirito originario dei fumetti da cui sono ispirati, fatto di fantasia sfrenata e tanto sense of wonder. Se Superman si è rivelato un lavoro divisivo, complice la fanbase di Zack Snyder evidentemente non sufficientemente numerosa da mantenerne in vita l’universo narrativo ma compatta e agguerrita, Fantastici 4 – Gli Inizi ha finora raccolto un’accoglienza decisamente positiva e, possiamo dirlo, a ragion veduta. Shakman salta gli spiegoni e cassa l’idea dell’origin story in favore di una vicenda che inizia per certi versi in media res, con il fantastico quartetto già consolidato nella cultura e nei cuori delle persone in un mondo visibilmente plasmato dal loro passaggio. La narrazione in generale gode del dono della sintesi che Shakman sembra proprio possedere: le cose succedono e la trama procede senza inutili didascalismi, si dà tanto per scontato ma nulla risulta oscuro o poco comprensibile.

Ciò si percepisce molto bene nella caratterizzazione dei personaggi che emerge molto chiaramente senza che il film si dilunghi inutilmente in scene dedicate. Shakman ci mette poco per delineare la psicologia di ognuno per poi dedicarsi a farli interagire come una famiglia nel bene e nel male, con i momenti di coesione e le liti, le incomprensioni e le riconciliazioni che rende il rapporto fra Reed, Sue, Johnny e Ben dinamico e funzionale. La stessa risoluzione della vicenda non si limita a una sequenza di scene d’azione ma è sempre pensata, strategica e fatta per massimizzare la meraviglia, è la trasposizione dei numeri storici dei Fantastici 4 di Lee & Kirby raccontata con il linguaggio del cinema contemporaneo, con il gruppo che non si comporta come una squadra di combattenti ma come un’equipe di esploratori all’avventura. Forse a Shakman manca la vena autoriale di Gunn che riesce a infondere la propria voce irriverente e sottilmente politica nei suoi film, ma come prodotto d’intrattenimento Fantastici 4 – Gli Inizi si può considerare un’auspicabile pietra angolare delle nuove fasi dell’universo cinematografico Marvel.


