A Rovigo RODNEY SMITH. Fotografia tra reale e surreale

Mi avventuro nel mondo per respirare la sua dubbia reputazione e il suo umorismo, per vedere più chiaramente, per cercare finalità e conoscenza, per aprirmi, per cogliere in modo esuberante e inesorabile la luce.
Rodney Smith

 

Fino al primo febbraio 2026 si può visitare a Palazzo Roverella a Rovigo la mostra RODNEY SMITH. Fotografia tra reale e surreale. Per la prima volta in Italia, arriva a  una grande mostra monografica che celebra l’opera del fotografo newyorkese Rodney Smith (1947-2016). L’ampia retrospettiva, che espone oltre cento opere evocative di Smith, è  curata da Anne Morin e promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, in collaborazione con il Comune di Rovigo, l’Accademia dei Concordi e di Chroma photography,, con il sostegno di Intesa Sanpaolo, e prodotta da Silvana Editoriale. La mostra presenta al pubblico italiano un grande fotografo, dalla poetica inconfondibile: un raffinato intreccio di classica eleganza, composizione rigorosa e ironia surreale, che richiama René Magritte. Con le sue iconiche immagini in bianco e nero ha combinato ritratto e paesaggio, accendendo mondi incantati e visionari. Rodney Smith ha sempre lavorato solo con l’ausilio di pellicola e luce naturale. Le sue immagini, mai ritoccate, si distinguono per una meticolosa cura artigianale e una straordinaria precisione formale. In apertura Danielle in boat, Beaufort, South Carolina, 1996 – © Rodney Smith.

 

James in Inner Tube whit Duck, Lake Placid 2006 – © Rodney Smith

 

Allievo di Walker Evans, influenzato da Ansel Adams e ispirato dall’opera di Margaret Bourke-White, Henri Cartier-Bresson e William Eugene Smith, le sue fotografie sono apparse su Time, Wall Street Journal, The New York Times, Vanity Fair e molte altre testate. Smith ha ottenuto grandi riconoscimenti per la sua fotografia di moda in collaborazione con Ralph Lauren, Neiman Marcus e Bergdorf Goodman. L’estetica di Smith ha chiari debiti e rimandi nei confronti del cinema di Keaton, Chaplin, Lloyd. Hitchcock,  Malick e Wes Anderson…Il percorso espositivo è suddiviso in sei sezioni tematiche: La divina proporzione, Gravità, Spazi eterei, Attraverso lo specchio, Il tempo, la luce e la permanenza, Passaggi. La maggior parte delle opere esposte sono in bianco e nero, a testimonianza del fatto che Smith ha iniziato a lavorare con il colore solo a partire dal 2002.

 

Caroline at the Top of Circular Staircase, Charleston, South Carolina, 2000 – © Rodney Smith

 

Ogni immagine creata da Smith, con la cura e la precisione di un orafo, è un tentativo sempre nuovo di ricreare questa armonia divina e di raggiungere uno stato superiore, anche solo per un istante. Ogni immagine è eterea ed estatica. (…) In qualsiasi punto dell’immagine si posi lo sguardo, l’occhio è immediatamente sedotto dalla grazia, dalla raffinatezza, dallo squisito accostamento di forme e contro forme, dalla diversità delle materie e dalla ricchezza narrativa che eccelle per sobrietà, parsimonia e silenzio.
Anne Morin

 

Don Jumping over Hay Roll N.1, Monkton, Maryland, 1999 – © Rodney Smith