A Diciannove di Giovanni Tortorici il Premio Sentieri Selvaggi Opera Prima

Giovanni Tortorici

Premio Sentieri Selvaggi Opera Prima della Stagione 2024/2025 a Diciannove di Giovanni Tortorici: la redazione della storica testata italiana ha consegnato ieri sera il riconoscimento al giovane regista italiano, uno degli esordi più spiazzanti e sorprendenti offerti dal nostro cinema nelle ultime stagioni, “un febbrile coming of age, così italiano e così poco italiano, dove ogni spazio è una scoperta”, come dice Simone Emiliani firma storica di Sentieri Selvaggi, che ha condotto l’incontro romano con il regista. Un film che non scende a compromessi, Diciannove, opera di un giovane regista che ha fatto tesoro della opportunità garantitagli dalla produzione di Luca Guadagnino, sui set del quale del resto aveva iniziato la sua carriera: “Questa credo sia stata la prima cosa che ho scritto con piena sincerità”, ha confessato il regista durante l’incontro romano. “Rivedendo le mie scritture di quando ero più piccolo, mi accorgo che tendevo a sublimare molto le mie esperienze, non ero diretto e c’era sempre qualcosa che rendeva le storie meno sincere”.

 

 
Presentato in anteprima nella sezione Orizzonti alla 81ª Mostra del Cinema di Venezia, Diciannove è un viaggio interiore che ripercorre l’esperienza di un diciannovenne che lascia Palermo per Siena, dove si iscrive all’Università di Lettere e attraversa un periodo di incertezze tra solitudine e tensioni generazionali. Un film fortemente autobiografico, girato tra l’altro “nella stessa stanza in cui a diciannove anni ho vissuto da studente di Lettere”, ha raccontato Tortorici: “Per me l’approccio realistico è importante, così, quando cercavamo un posto dove girare mi sembrava che mancasse sempre qualcosa della mia vera esperienza e allora ho pensato che forse era il caso di girare nella stessa casa dove ho abitato in quel periodo”. Fare riferimento ai vissuti personali è stato fondamentale per Giovanni Tortorici, che non esita a definire Diciannove “un film molto autistico, pensavo solo al mio mondo perché mi sembrava fosse importante parlare della mia esperienza. La cosa sorprendente, andando in giro a presentare il film anche all’estero, è stato scoprire che parla di esperienze molto condivise, nelle quali si ritrovano molti giovani”.