Per molti ma non per tutti: Dungeon Crawler Carl, la LitRPG di Matt Dinniman

Matt Dinniman

Un bel giorno gli alieni arrivano, spianano tutti gli edifici della terra sterminando chiunque si trovi al loro interno e offrono ai sopravvissuti, coloro che per una ragione o per l’altra si trovavano all’aperto, di partecipare a uno show televisivo con le loro vite in palio, il che non è nemmeno la peggiore fra le proposte degli invasori. La competizione ricalca i giochi di ruolo Dungeon crawler, in cui i giocatori devono immedesimarsi in un gruppo di personaggi che si avventurano in sotterranei colmi di mostri letali e tesori di grande valore. Solo che stavolta il gioco è in prima persona, e il rischio di morire è del tutto reale. Carl sceglie di partecipare portandosi dietro Donut, la sua scorbutica e altezzosa gatta, iniziando un’avventura ricca di pericoli… in mutande. Dungeon Crawler Carl  (Mercurio Books, pag.532, euro 20), di Matt Dinniman, è il primo capitolo di una saga di successo che fa parte di un sottogenere della letteratura fantastica, la LitRPG, che mescola la speculative fiction con i meccanismi e le regole tipici del gioco di ruolo, nella fattispecie con i videogame Dungeon crawler, una variante che privilegia il combattimento, la crescita delle statistiche dei personaggi e la raccolta di oggetti magici che li rendono più forti tralasciando per motivi tecnici legati al mezzo informatico, la narrazione più flessibile e libera del gioco di ruolo da tavolo con un essere umano a fare da arbitro e narratore, detto master.

 

 
Nelle storie di Litrpg la crescita dei personaggi è messa in evidenza attraverso statistiche che, attraverso un sistema di punti esperienza, crescono man mano che il protagonista elimina mostri e avversari nel corso della sua avventura. Se l’impressione è che si tratti di un’opera ben mirata, rivolta a un target ben preciso, è esattamente così. La Litrpg in generale, e Dungeon Crawler Carl in particolare, non parlano a tutti ma a un pubblico ben preciso, che non solo conosce la materia ma la vive, con un bagaglio di svariate ore di gioco sulle spalle. Dungeon Crawler Carl da questo punto di vista non si finge un’opera che guarda al lettore occasionale: i suoi destinatari sono persone che fanno riferimento a una cultura ben precisa e che da essa sono appassionati. Sapere cos’è un gioco Dungeon crawler serve a capire quel che si sta leggendo ma per apprezzarlo bisogna amare quel genere di giochi, è una conditio sine qua non per attivare una connessione con l’opera di Dinniman. Fatta questa dovuta premessa, che esclude deliberatamente e niente affatto per caso tutti i lettori che hanno altri interessi, Dungeon Crawler Carl funziona. Si tratta di un romanzo divertente, senza dubbio leggero e con una robusta dose di humor. Il ritmo è sostenuto, privo di significativi tempi morti e con un filino di satira della società contemporanea, magari nulla di troppo eversivo ma nemmeno privo di una certa consapevolezza. Una volta accettate le regole d’ingaggio, la lettura del lavoro di Dinniman è piacevole e scorre, qualcuno la potrebbe ritenere ripetitiva, più per mimesi efficace delle dinamiche ludiche del genere che per limiti tecnici di un autore capace, che al contrario può vantare uno stile gradevole e adatto al tono della vicenda. Ciò che può risultare accattivante a chi di giochi di ruolo non si interessa è proprio come l’evoluzione di una sottocultura sviluppatasi intorno a una passione sia arrivata a generare il proprio linguaggio prima e la propria letteratura negli ultimi anni. Basta saperlo prendere, e Dungeon Crawler Carl è in grado di dare soddisfazioni.