Una cosa divertente che non farò mai più è il primo libro di David Foster Wallace ad essere uscito in italia insieme a La ragazza dei capelli strani. Un titolo che ha permesso ai lettori di casa nostra di scoprire un autore strabiliante, uno “scrittore di parola”, com’è stato perfettamente definito, che inaugura una nuova tradizione rispetto a quella imperante negli anni Ottanta tutta giocata sullo sguardo e sulla descrizione:”Mi interessano moltissimo le questioni di tecnica letteraria: come trasformare la banalità e i luoghi comuni in tematiche originali e vivaci, trovare un linguaggio estetico che il lettore giudichi fresco e attraente…” Una cosa divertente che non farò mai più (Emons audiolibri, 4 ore e 13 minuti, euro 14,90) ritorna letto da Giuseppe Battiston (qui sotto trovate un estratto) che ne coglie perfettamente il clima, il tono sferzante. Imbarcatosi per conto della rivista Harper’s su una crociera extralusso di una settimana ai Caraibi, David Foster Wallace confeziona un godibilissimo e spietato pamphlet. La nave Zenith, che DFW ribattezza Nadir, è un barocco e sorridente condominio galleggiante dove essere: “completamente, professionalmente e come mi era stato promesso- viziato”. La cronaca è minuziosa, onnivora, immersa in maniacali digressioni sui particolari più incredibili (la tipologia delle ciabatte infradito, le gradazioni di blu marino…). Ne vien fuori un ritratto in acido, genialmente tarato sui meccanismi psicologici del consumo di massa dell’americano middle-class in vacanza, obbligato al relax e alla patetica aspirazione al lusso. Di fronte a questa macchina del divertimento a tutti i costi DFW denuncia un estremo disagio:”Mi sono sentito depresso come non mi sentivo dalla pubertà e ho riempito quasi tre taccuini per capire se era un Problema Mio o un Problema Loro”.