Nato nel 1949 e scomparso nel 2010, Pino Settanni è stato uno dei più originali, vivaci e versatili artisti dell’immagine, con una grande varietà di temi e ispirazioni. Celebri i suoi ritratti di alcuni dei protagonisti della cultura e dello spettacolo: dal Fellini delle ‘matite’ al Marcello Mastroianni in spiaggia, effigiato sulla facciata della Casa del Cinema di Roma; dal celebre Monicelli in veste di ‘monaco rosso’ a Benigni, Troisi, Morricone, a Robert Mitchum, Moravia, Baj, Monica Vitti, Lina Wertmuller, Nino Manfredi… Fondamentali i viaggi nel Sud d’Italia degli anni tra i ’60 e ’70, antropologie di povertà, dignità, amara bellezza. Itinerari e sguardi che torneranno a cavallo di fine millennio con i reportages affidati a Settanni dall’Esercito italiano in zone colpite dalla guerra: Kabul, Mostar, Sarajevo. Un fondo di oltre 60mila fotografie, un patrimonio prezioso del quale l’Archivio storico dell’ Istituto Luce sta ora curando conservazione e digitalizzazione completa. E proprio in questi giorni una mostra omaggia l’occhio viaggiatore di Settanni. A Matera, Capitale europea della Cultura per il 2019, lo scorso anno ha inaugurato il Museo della Fotografia, intitolato a Pino Settanni e il prossimo 20 marzo (fino al 19 giugno) il Museo della Fotografia, con sede in Palazzo Viceconte (via San Potito, 7), proporrà l’esposizione Maghreb – Il Marocco attraverso gli occhi di Pino Settanni. Un’occasione per conoscere l’antropologia creativa di questo artista, che in anni recenti ha ritrovato in Marocco la bellezza del suo Meridione italiano degli anni ’60, con i colori brillanti e la fantasia delle sue più recenti sperimentazioni. Mostra che il sociologo Domenico De Masi, nella presentazione, commenta:”Attraverso i suoi occhi, di anno in anno, Pino ci ha fatto guardare e capire con pari acume e genialità estetica il sottosviluppo del Mezzogiorno italiano e il mondo fantasmagorico del jet set, la sfolgorante arcaicità dell’Afganistan e quella più intima del Marocco. Se è vero – come sostiene Keats – che un’opera d’arte è gioia creata per sempre, dobbiamo essere grati a Pino Settani – genio generoso –per avercene donate a piene mani”.