Il caos come forma diffusa della percezione, come spazio fisico in cui la confusione spirituale della realtà stessa si manifesta: è questo l’impianto visivo e narrativo di Genius Loci il cortometraggio animato di Adrien Merigeau candidato all’Oscar 2021 e in questi giorni proposto in streaming da Unifrance, sul suo canale YouTube. Una sorta di stream of unconsciousness, un percorso di estraniazione corporea e di confusione nelle viscere della città che la protagonista, Rèine, attraversa nel corso di una fuga mentale e fisica, che nasce dal suo stato di depressione e confusione. Adrien Merigeau lascia che il suo corpo e la realtà che lo contiene esplodano in un caleidoscopio di colori, che si diffondono come schegge nella realtà difforme attraversata dalla ragazza. Un interno domestico di chiarore quasi abbacinante accoglie all’inizio la nera Rèine, chiusa nella depressione della sua stanza e richiamata alla realtà dal figlio neonato e da sua madre. Un bicchiere d’acqua versato sul tavolo diffonde le onde di una percezione alterata degli elementi, che la spingono a una fuga mentale oltre la finestra, nei vicoli della città, seguendo una sorta di spirito guida che la conduce in un mondo minaccioso perché dominato dal caos. L’emozione che resta negli occhi durante la visione di Genius Loci è comparabile a un viaggio mentale, in cui gli elementi della realtà si riorganizzano come frammenti che compongono una schiuma rabbiosa e spaventosa, ma anche placida e spaventata: la dimensione bipolare dell’esistere quotidiano, che porta la protagonista a uscire di casa e a calarsi nella realtà con atteggiamento spiritualmente ferino, e la fa ritrovare poi preda di un mondo che si scompone sotto la sua percezione fragile e allucinata.
Il flusso mentale scomposto della protagonista fa da storyline di un lavoro che in 16 minuti si articola come un trattato visivo di percezione in balia di una spiritualità diffusa, articolata in un simbolismo che dialoga con i miti e i precipitati ancestrali della protagonista (Merigeau, parlando del film, cita giustamente Jung) e disegna il mondo come una tavolozza su cui l’impasto dei colori e il gesto pittorico compongono una danza comune. Non a caso l’aspetto musicale, nel dialogo tra silenzio armonia e disarmonia, è fondamentale nel film (l’autore proviene da una famiglia di musicisti e componimenti del padre e del fratello sono parte dello score utilizzato), tanto quanto la capacità di Merigeau di spingersi in avanti nella liberazione dello schema compositivo dell’immagine. Frutto anche della sua attenzione nel collaborare ed entrare in sintonia con artisti come Céline Devaux, alla quale ha affidato l’intera parte iniziale della fuga in città di Rèine, tutta costruita sulla scomposizione del rapporto tra elementi dello sfondo e fisicità univoca delle figure. O come il grande illustratore belga Brecht Evens, che ha ispirato a Merigeau la visione astratta e i cromatismi esplosivi che caratterizzano le sue tavole.
Guarda “Genius Loci” di Adrien Merigeau sul canale Unifrance
https://youtu.be/Sn7Ynu7xRAE