Tiger King: su Netflix va in scena la tragedia dei felini, ma è tutto vero

Un’inchiesta che bruscamente sterza e prende tutt’altra strada. Inizia per caso l’immane lavoro documentario realizzato da Eric Goode e Rebecca Chaiklin che, cinque anni dopo, confluirà nell’appassionante miniserie Tiger King. Il regista nel 2015 è in Florida per intervistare un trafficante di rettili quando incontra un uomo che nel suo furgone trasporta un cucciolo di ghepardo delle nevi. Inevitabile la domanda da cui tutto prende le mosse: Perché la gente tiene felini in questo Paese? Veniamo così catapultati nel bel mezzo di una tragedia interpretata da personaggi che nulla hanno da invidiare a quelli di Shakespeare.

Il protagonista: Joe Exotic, il re delle tigri del titolo, nato Joseph Allen Schreibvogel. Che sia assurdo lo si capisce fin dalle prime immagini: ha un’improbabile zazzerra biondo paglia, è paranoico, potenzialmente pericoloso (gira sempre armato) e totalmente autocentrato. Ha messo su uno zoo che di fatto è il suo palcoscenico dove ogni giorno va in scena. Riprende tutto quello che fa e lo trasmette Live su un canale internet, seguito da un’ottantina di persone (il giornalista Rick Kirkhman intuisce il potenziale esplosivo del personaggio e decide di farne un reality show con tutti i crismi, ma non finirà bene). Intorno a lui ha raccolto una famiglia di sbandati, emarginati, persone all’ultima spiaggia, salvate dalla strada. Quando le cose iniziano a mettersi male si butta in politica candidandosi dapprima alla Casa Bianca come indipendente e poi come governatore dell’Oklahoma. Sarà un fallimento su tutti i fronti.

 

 

L’antagonista: Carole Baskin, definita «la Madre Teresa dei felini». Acerrima nemica di Joe dal 2006, ha fondato l’associazione Big Cat Rescue per metter fine alla prigionia dei felini (ma anche lei li sfrutta). Nelle occasioni importanti veste leopardata, per lasciare un segno, nelle occasioni più informali si presenta con una coroncina di fiori tra i capelli. È la regina dei social, con oltre due milioni di followers su Facebook, astuta promotrice di se stessa (non paga i numerosi volontari che lavorano per lei) . Personaggio contraddittorio quanto – se non più di – Joe, potrebbe essersi sbarazzata del marito milionario Don Lewis (scomparso il 18 agosto 1997, forse dato in pasto alle tigri, forse finito in un tritacarne, si sa solo che voleva divorziare da Carole) diventando una ricca ereditiera e consacrandosi alla causa animalista. Ha poi sposato Howard Baskin che la segue come un’ombra. Tra Joe e Carole è lotta senza esclusione di colpi. Lui la attacca in tutti i modi, in maniera estremamente pesante e volgare, non solo dichiarando che vuole vederla morta, ma arrivando a sparare in diretta alla bambola gonfiabile che la rappresenta, lei risponde a suon di cause: dapprima quella milionaria sul copyright, poi quella che lo incastrerà come mandante del suo omicidio. E il re delle tigri finirà in gabbia (la legge del contrappasso è stata applicata). Nel mondo di Joe si muovono altri personaggi assurdi, tutti più o meno loschi, pronti ad accoltellarsi alle spalle quando il vento gira (molti caratterizzati da una fisiognomica che avrebbe fatto la felicità di Lombroso, a partire dal claudicante Joe). Ci sono:

– i servitori fedeli, entrambi amputati, ovvero il manager dello zoo John Reinke, con protesi colorate alle gambe dopo essere caduto da un’impalcatura in gioventù e Kelchi “Saff” Saffery, che viene attaccata da una tigre e preferisce farsi amputare l’avambraccio per tornare al lavoro dopo 5 giorni. Forse i più saggi ed equilibrati nelle loro considerazioni;

– i mariti, due, sposati lo stesso giorno, entrambi eterosessuali – lo sdentato John Finlay e il bel californiano Trevor Maldonado – che stanno con Joe per il facile accesso alle metanfetamine, a cui si aggiunge il terzo, Dillon Passage, sposato poco prima dell’arresto. Tutti non ancora ventenni quando sulla loro strada incontrano il re;

– i cattivi veri: il narcotrafficante Mario Tabrane (che è stato la fonte d’ispirazione per Scarface: «Vendevo droga per mantenere gli animali», ammette candidamente), Jeff Lowe, soprannominato “il Padrino”, socio in affari di Joe, e il suo scagnozzo Allen Glover.

 

 

– i traditori: il doppiogiochista James Garretson e Erik Cowie, responsabile degli animali nello zoo di Joe.

– i colleghi: Doc Antle Baghavan che ha tra le tre e le nove mogli, fondatore di una sorta di setta, e Tim Stark, allevatore che si associa a Jeff Love per fondare un nuovo zoo in Oklahoma. Bella la scelta di trattare tutti i personaggi allo stesso modo, non giudicandoli a priori ma lasciando che siano le loro dichiarazioni e i loro atti a farlo. Colpisce sempre quanto gli esseri umani sono disposti a lasciarsi andare e ad ammettere quando si trovano davanti a una telecamera e quindi a un pubblico potenziale. Infine ci sono loro, le uniche e vere vittime: cuccioli di tigre trattati come gattini, trasportati nei trolley per entrare nelle suite degli alberghi di Las Vegas, che nel giro di qualche mese diventano ingombranti e finiscono in gabbia per attirare visitatori, ragazze, bambini, follower… Nessuno resiste al fascino di farsi una foto con un felino, e anche grandi conduttori come Jay Leno e David Letterman ci sono cascati ospitandoli nei loro show. Si sa l’audience vuole la sua parte.

 

 

Il documentario si chiude con un dato inquietante: «Tra 5000 e 10000 tigri vivono in cattività negli Stati Uniti. In natura esitano meno di 4000 tigri». Nel 2019 il Big Cat Safety Act, legge federale che avrebbe vietato di possedere felini come animali di compagnia e di trarne profitto esibendoli in pubblico, non è stata approvata. Ora qualcosa si sta muovendo grazie al successo globale della serie (oltre 34 milioni di spettatori unici solo negli Stati Uniti nei primi 10 giorni dall’uscita): gli animalisti di Hollywood capeggiati da Joaquin Phœnix e Rooney Mara – a cui si sono associati Glenn Close, Justin Theroux, Kim Basinger, Christopher Walker, Iggy Pop e molti altri – hanno indirizzato una lettera aperta ai membri del congresso per promuovere senza indugio l’Atto. L’opinione pubblica è sensibilizzata, potrebbe essere la volta buona. Intanto il successo della miniserie prosegue: Variety ha pubblicato la notizia che verrà realizzata una serie fiction in otto episodi incentrata su Joe Exotic, interpretato da Nicolas Cage. La attendiamo, pur sapendo che difficilmente in questo caso la finzione riuscirà a superare la realtà.