I legami e gli affetti: Cyborg 009 vs Devilman, di Jun Kawagoe

All’origine di tutto c’è il legame fra due maestri del manga, ovvero Go Nagai, che nel 1972 creò Devilman, e il compianto Shotaro Ishinomori, cui dobbiamo la genesi della squadra dei Cyborg 009, nell’ancor più lontano 1964. Al principio della sua carriera, infatti, Nagai fu allievo di Ishinomori e dunque ora l’operazione di cross-over Cyborg 009 vs Devilman rappresenta, per le case di produzione che fanno capo ai due autori, da un lato un ritorno alle origini, dall’altro un tributo e un omaggio intinto nel rispetto e nell’amicizia, che sono poi tematiche forti in entrambe le storie. I 9 cyborg combattono infatti l’organizzazione Spettro Nero, che pure li ha creati, e la forza del gruppo è determinante per vincere molte battaglie, oltre che per ispessire la narrazione – il manga, non a caso, è andato avanti per quasi vent’anni, anche se da noi è più nota la serie tv del 1979, Cyborg i nove supermagnifici. Devilman, dal canto suo, agisce per preservare il legame con la sua amata Miki, sfruttando i poteri di quei demoni che lo hanno creato e che minacciano di distruggere l’umanità. Il gioco comune di opposizione fra amicizia e tradimento, si noterà, favorisce abbastanza bene l’operazione, con i Cyborg che incroceranno la loro strada con Devilman a causa delle manovre di uno scienziato (ovviamente folle) che vuole creare un demone cibernetico. Ma l’intreccio è sollecitato anche dal rimando iniziale a un altro arco narrativo dei Cyborg, in cui i 9 affrontano le divinità greche, creando un parallelo uguale e contrario ai riferimenti alla religione cattolica e alla demonologia presente nell’opera di Nagai.

 

 
Se narrativamente il gioco di incontro/scontro appassiona facilmente i seguaci, più interessante è la sintesi visiva che si è cercata fra la capacità metamorfica dei demoni e lo stile espressionista di Nagai, fatto di corpi deformati e prospettive esasperate, e il dinamismo dei Cyborg, con i loro poteri (fanta)scientifici che rendono ogni loro figura un contenitore di soluzioni e armamenti. In pratica ancora una volta un ritorno alle origini di due autentici creatori di forme e dinamiche che hanno fatto la storia del manga e, a seguire, dell’animazione da essa derivata: se Nagai è infatti celebre per i robot giganti, Ishinomori è stato a sua volta una figura cardine per lo sviluppo dei tokusatsu, ovvero i telefilm fantascientifici che a partire dagli anni Sessanta hanno rivoluzionato la messinscena dell’azione nel campo della sci-fi giapponese, attraverso eroi come Kamen Rider e l’androide Kikaider. Certo, tutto viene riletto attraverso lo stile tipico di queste rivisitazioni che vedono alla regia Jun Kawagoe e alle animazioni Bee Media, con un design abbastanza rispettoso degli originali cartacei, ma al contempo più barocco e “pieno” nella corposità delle figure, in modo da esaltare i dettagli splatter, l’impatto delle figure e il dinamismo di icone che si muovono rapidissime nello spazio.

 

 
Un mix di familiarità e innovazione, insomma, ritorno alle origini e possibile nuove prospettive su entrambe le storie, in una trama fitta ma lineare quel tanto che basta per stabilire il setting e rispettare le “regole” di operazioni simili, con un primo scontro fra Devilman e Joe (ovvero il leader della squadra dei Cyborg) fino all’alleanza finale. Più statico nella parte centrale in cui viene svelato l’intreccio, il film resta focalizzato sino in fondo sui legami affettivi pregressi e quelli rivelati in corso d’opera, nel tentativo di mantenere sempre forti le motivazioni che muovono tutte le fazioni, come a voler sempre tenere dritta la barra di un coinvolgimento che tenga conto della profondità umana e mitica di due creazioni che hanno superato lo scoglio del tempo. Realizzato nel 2015 e già visto in Italia sotto forma di miniserie da 3 parti, Cyborg 009 vs Devilman viene ora rilanciato al cinema da Nexo Studios e Yamato Video nella forma completa del lungometraggio, con un nuovo doppiaggio che propone anche piccoli camei vocali di tutti i doppiatori di Devilman che si sono succeduti negli anni. Una mossa che pure tiene conto dei legami affettivi stabilitisi nel tempo fra questi personaggi e il loro pubblico.