Maschile singolare, opera prima di Matteo Pilati e Alessandro Guida, prodotta da Rufus Film e MP Film e distribuita da Adler Entertainment, è stata girata a Roma con poche risorse e in appena tre settimane poco prima dello scoppio della pandemia e, dopo il congelamento forzato che tanti film hanno subìto nell’ultimo anno, è disponibile su Amazon Prime Video dal 4 giugno 2021. La lungimiranza della OTT di Amazon, che ha da sempre un occhio di riguardo verso il pubblico Lgbt, non foss’altro che per questioni di marketing, e il clima di apertura verso i temi dell’identità di genere che da qualche anno si respira nel mondo dello spettacolo italiano, che ha di recente mostrato con grande compattezza supporto verso il ddl Zan contro l’omobitransfobia, hanno consentito a questo “prodotto” delicato di arrivare al pubblico. Dico prodotto senza intenzioni peggiorative, ma, come si farebbe nel mondo anglosassone, dove non si teme di mescolare arte e mercato nella cornice laica della professionalità, per rilevare che la produzione si è fatta carico di uno sforzo meticoloso di coniugare istanze diverse, soprattutto a livello del casting e della sceneggiatura, per cercare di raggiungere un pubblico ampio, che è lo scopo dichiarato o taciuto di qualunque film.
Partiamo dal casting, che vede riuniti: il bravissimo Giancarlo Commare, noto ai fan di SKAM Italia nel ruolo di Edoardo Incanti e al pubblico di Raiuno in quello di Rocco nel Paradiso delle signore, che dà corpo e anima al protagonista Antonio creando una maschera allo stesso tempo familiare e avvincente; Michela Giraud, attiva in CCN Comedy Central News e LOL – Chi ride è fuori, nel ruolo tutto virato al comico dell’amica-del-gay un po’ sguaiata; Eduardo Valdarnini, già apprezzato in Suburra – La serie, e Gianmarco Saurino, sex symbol di DOC – Nelle tue mani e di Che Dio ci aiuti, nei ruoli degli scopamici cinici ma sinceri e solidali; Lorenzo Adorni, che abbiamo intravisto nella fiction Rai Leonardo e che vedremo presto nella serie Netflix Guida astrologica per cuori infranti, nel ruolo del principe azzurro… Sono tutti attori giovani, più o meno affermati ma già capaci di dimostrare preparazione professionale e finezza nell’approccio ai ruoli, provenienti per lo più dal mondo della televisione, al cui pubblico questo film guarda come interlocutore privilegiato, orientando di conseguenza le sue scelte formali (intendo il taglio registico e il montaggio) e di contenuto (la costruzione della storia).
Eccoci allora alla sceneggiatura, firmata dai registi insieme a Giuseppe Paternò Raddusa. La scrittura dichiaratamente parte da “tipi” noti al grande pubblico italiano dentro ai quali scava per provvederli di un linguaggio peculiare e convincente, in bilico tra luogo comune (inteso come luogo di dicibilità delle cose comune a molti) e sottigliezza, cercando in tutti i modi di contemperare commedia all’italiana e dramedy statunitense, romanzo di formazione e dramma sentimentale. Il risultato è una storia seducente senza traumi. Il protagonista Antonio, come nel Diario di Bridget Jones, elabora il tradimento del suo compagno e la conseguente separazione attraverso un lento apprendistato in cui, come in Sex and the City, grazie all’aiuto degli amici scopre che il traguardo verso il quale sta correndo non è la ricostruzione della relazione passata o l’incontro con un nuovo amore (possibilità che puntualmente si presentano), ma la costruzione di una propria identità «singolare» (ce lo dice il titolo) capace di centrare su di sé la propria realizzazione e la propria felicità. Lungo la strada ci vengono mostrati apertamente ma sempre con tocco leggero usi e costumi del mondo gay (dal classico melochecchismo alle contemporanee unioni civili, fino al sexting, con un accenno al chemsex ecc.) che da tempo ormai, la cronaca ce lo dice, sono diventati patrimonio comune anche al mondo eterosessuale. Bellissima la sequenza finale, che si apre come una promessa sul futuro…