L’ora di ricevimento e i conflitti della società

Philippe Ardèche è professore di francese da oltre trent’anni in una scuola media nella periferia di Tolosa. Ogni anno si ritrova davanti una classe di una quindicina di alunni, i casi disperati, che ogni anno cambiano, ma rimanendo sostanzialmente gli stessi. Per questo si è attrezzato e per ogni alunno ha pronto un soprannome che lo rappresenta. Quest’anno gli alunni sono tredici, ben esemplificati da altrettante tipologie in cui la scelta del banco ha un ruolo determinante: c’è “Raffreddore”, l’alunno perennemente infreddolito e con il naso rosso, “Invisibile”, la vittima designata che sceglie coscientemente il primo banco, “Panorama” che predilige invece la posizione accanto alla finestra, “Boss” – sempre accompagnato dall’attaccabrighe “Bodyguard” – è, invece, in posizione centrale e di sfida. Poi ci sono la “Falsaria”, imbattibile nell’arte della simulazione, la “Campionessa” che stacca sempre gli altri, la “Missionaria”, uno strano incrocio tra l’angelico e il masochista, che si posiziona accanto alla perenne sorgente di tristezza rappresentata dalla “Rassegnata”. E ancora l’alunna “Cartoon” che ha una propensione innata per la catastrofe, che sa ridere degli altri e di se stessa e, infine, la categoria degli studenti che sono già “Adulti”. Sono assortiti come una scatola di cioccolatini, dice ancora Ardèche, il cui compito sarebbe di non perderne per strada nemmeno uno, ma ogni anno inevitabilmente succede che qualcuno abbandoni e quindi la sfida per lui è capire fin dall’inizio a chi toccherà. Comincia con questo prologo L’ora di religione (Banlieue), scritto da Stefano Massini, diretto da Michele Placido (i due tornano a lavorare insieme dopo 7 minuti) e interpretato magistralmente da Fabrizio Bentivoglio, acuto e indolente osservatore dei cambiamenti sociali. Cita Rabelais, Verlaine e Voltaire il professor Ardèche, quasi rassegnato al fatto che «viviamo in tempi infami», ma in fondo ama i suoi «boa, pitoni e cobra» perché «alla fine ci si può anche affezionare all’inferno». E cerca di mettere in guardia il giovane collega, supplente di matematica (interpretato da Francesco Bolo Rossini, perfettamente in parte), dalle insidie tese non solo dagli alunni, ma anche dai genitori.

E proprio qui sta la geniale (e molto realistica) intuizione di Massini che non mette in scena direttamente i ragazzi, ma dà spazio ai loro genitori che ogni settimana vengono a colloquio con Ardèche. Il giovedì dalle 11 alle 12 il professore si prepara a riceverli e ad ascoltare i loro sfoghi che in realtà sono per lo più richieste, attacchi più o meno velati, quando non direttamente vere e proprie ingerenze. I genitori  si lamentano di tutto e di tutti: il padre di religione ebraica non vuole che il figlio sia vicino di banco con il musulmano, le mamme musulmane cercano di proteggere i figli dalle ire dei padri, e via di questo passo fino alle singolari richieste in occasione della gita scolastica che scatenano un acceso dibattito sull’alimentazione a causa dei cibi banditi dalle varie religioni (e anche l’insalata finirà per essere causa di non pochi problemi). Teatro di parola che si svolge in un unico ambiente (sul palco una cattedra e dei banchi che vengono sistemati a seconda delle situazioni) con i nove interpreti secondari – bella la scelta di un cast di giovani – chiamati a incarnare più ruoli. Uno spettacolo che parlando del microcosmo scolastico, analizza in maniera profonda i conflitti socio-culturali e religiosi del nostro tempo, scegliendo di farlo con l’ironia che «scuote e morde», come diceva Baudelaire.

 

Milano     Teatro Franco Parenti      fino al 29 ottobre

Perugia     Teatro Morlacchi              1-5 novembre

Napoli        Teatro Bellini                    7-12 novembre

Savona        Teatro Chiabrera             14-16 novembre

Correggio   Teatro Asioli                    17-18 novembre

Colle Val d’Elsa Teatro del Popolo   19 novembre

Firenze        Teatro Della Pergola      21-26 novembre

Locarno       Teatro Kursaal                28-29 novembre

Tortona (AL)  Teatro Civico             1 dicembre

Stradella (PV) Teatro Civico            2 dicembre

Rovereto         Teatro Zandonai         5-6 dicembre

Bolzano          Teatro Comunale         7-10 dicembre

Vignola           Teatro Fabbri               12 dicembre

Modena           Teatro Storchi             14-17 dicembre

Piacenza         Teatro Comunale         19-20 dicembre