(R)esistenza felliniana: film, documentari e materiali per (non dimenticare) il centenario

Proviamo a non dimenticare che questo non troppo propizio 2020 è pur sempre l’anno centenario della nascita di Federico Fellini. Anche se il sito ufficiale di Fellini100 traccheggia malinconicamente sul tempo sospeso di un calendario delle celebrazioni puntellato su eventi rinviati a data da definire, ovviamente in ragione del pressoché globale lockdown da Covid-19. L’ultima news di Fellini100 riporta l’iniziativa rigorosamente virtuale dell’Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna, che ha dedicato uno spazio del Catalogo online del proprio patrimonio culturale al Maestro riminese: si tratta di una piccola serie di immagini del repertorio felliniano (otto per la precisione) che riproducono fotogrammi, locandine e bozzetti dei suoi film, conservati tra la Galleria Civica e il Museo della Città. Ovviamente ora impossibili da visitare in loco, restano una gran bella visione anche in questa esposizione virtuale: spiccano in particolare tre opere del celebre illustratore riminese René Gruau, prima tra tutte il poco noto ma meraviglioso manifesto della Dolce vita realizzato con risonanze belle époque in occasione della Palma d’Oro conquistata dal film a Cannes. A questo si affiancano poi un bel disegno preparatorio per la bozza di quello stesso manifesto e la tempera su cartoncino realizzata da Gruau nel 2000, con una bagnante nascosta dietro un ombrellone ad evocare atmosfere felliniane per il lancio della stagione balneare riminese. Non manca nemmeno la celeberrima foto di Secchiaroli con Fellini sul set di 8 ½ che spiega a un invisibile Mastroianni come domare i suoi fantasmi.

 

 

E se lo spirito con cui questa piccola mostra virtuale è quello suggerito dal Maestro secondo il quale “il cinema non ha bisogno della grande idea, degli amori infiammati, degli sdegni: ti impone un solo obbligo quotidiano, quello di fare”, proviamo allora a suggerire una resistenza felliniana alla quarantena sul canale on demand di RaiPlay, che non manca di proporre opere, documentari e materiali. In particolare sono tre i film disponibili per lo streaming gratuito: si parte con Il bidone, una delle sue opere più controverse, storia di truffatori in crisi di coscienza, realizzata nel ’55, a cavallo di due lavori ben più noti, amati e premiati come La strada e Le notti di Cabiria. Poi c’è l’ampiamente metaforico Prova d’orchestra, straordinaria raffigurazione del conflitto tra apollineo e dionisiaco nella creazione artistica e nella vita sociale, girata da Fellini per la Rai nel 1978, ovvero al culmine degli anni di piombo del nostro paese, il che non mancò di imporre anche una lettura politica del film, piuttosto inedita per l’Opera felliniana. Infine si può rivedere anche La città delle donne, caotica riflessione sull’universo femminile/femminista, che inaugura gli anni ’80 di Fellini, quelli in cui il Maestro maggiormente subirà i segni di una confusione globale e indistinta della realtà e del mondo intero: una fuga prospettica che all’epoca apparve un po’ senile, ma oggi si configura distintamente con le stimmate della premonizione.

 

Fellini e Zavoli

 

Ma forse la proposta felliniana più appetitosa di RaiPlay è quella offerta dai documentari sul Maestro e dai materiali vari che si possono recuperare sul canale on demand. A parte il magnifico Block-notes di un regista realizzato nel ’69 da Fellini per l’americana NBC, in cui tra l’altro viene evocato l’indicibile Viaggio di Mastorna, si segnala il fondamentale Ciao, Federico! realizzato sempre nel 1969 da Gideon Bechmann sul set del Satyricon, autentica immersione nel corpo vivo di un set felliniano. Piuttosto inedito e molto interessante è il Diario segreto di Amarcord girato nel 1974 da Maurizio Mein e Liliana Betti sul set del capolavoro felliniano: un backstage alla cui realizzazione sembra che il Maestro abbia contribuito non poco, in cui vengono mostrati, tra l’altro, il provino a Sandra Milo per la Gradisca, i momenti del casting e del trucco, e gli incontri tra Fellini e Nino Rota per la messa a punto della celebre colonna sonora. Un’autentica perla è poi costituita da Zavoli racconta Fellini, in cui viene riproposto “Un’ora (e ½) con” il regista di 8 ½, storico programma realizzato per la Rai nel 1964 dal grande giornalista italiano, in cui a una intensa intervista in studio al Maestro a partire dal suo dibattutissimo film si alternano interviste a familiari e attori, scrittori e intellettuali che hanno intrecciato il loro cammino con quello del Maestro. Infine RaiPlay propone anche due ritratti felliniani postumi, quello realizzato nel 2013 da Ettore Scola, Che strano chiamarsi Federico, e Fellini fine mai, realizzato da Eugenio Cappuccio lo scorso anno partendo dalla sua frequentazione del Maestro sul set di Intervista. Infine, a proposito di Fellini al lavoro sul set, sarà assolutamente il caso di (ri)vedere anche la bella puntata del Blob Ante Virus dello scorso 24 marzo, interamente montata a partire da schegge di backstage dai set felliniani.