Nevada, anno 1951. In un motel cotto dal sole del deserto, un gruppo di persone si è riunito per vedere il primo test atomico su suolo americano. Fra loro c’è Emma Wong, una bellissima donna asiatica misteriosa quanto affascinante. Fin da subito, Emma calamita su di sé le attenzioni di tutti i presenti, qualcuno curioso di scoprire di più su di lei, qualcuno semplicemente sedotto e desideroso di averla. Ma Emma non è lì per divertirsi. Sta cercando una persona, un uomo a cui dà la caccia da quindici anni. Per trovarlo è pronta a tirar fuori tutte le sue abilità investigative e tutti gli assi più letali che ha nella manica. La parola più adatta a definire Emma Wrong (Salda Press, pag.160, euro 22) la graphic novel sceneggiata da Lorenzo Palloni e disegnata da Laura Guglielmo, è “sorprendente”. Palloni fa un lavoro da applausi con i suoi testi, che raccontano una storia a cavallo fra i generi, una spy story che prende diversi meccanismi tipici del giallo e li riadatta con una naturalezza disarmante, facendoli girare intorno a una storia d’amore in un contrasto perfettamente bilanciato fra i toni passionali della caccia frenetica di una donna che cerca l’amore della sua vita e il meccanismo a orologeria di una trama complessa e strutturata con grande precisione. L’atmosfera combina un mood sentimentale ricco di note amare con un gioco di strategia calcolato al millimetro posti in un contrasto tenuto in equilibrio da un clima di tensione che permea tutta l’opera andando in accumulo per poi sfogarsi in momenti di violenza che scaricano la tensione, quasi un crescendo di anticipazioni di quell’esplosione atomica che tutti aspettano di vedere allo scoccare dell’ora convenuta.
Il risultato è un page turner che non ti lascia mollare il volume, frutto di un lavoro di scrittura davvero completo sotto tutti gli aspetti e senza reali punti deboli, una sceneggiatura priva di carenze che riesce a soddisfare da qualunque parte la si guardi. Pazzesco anche il lavoro di Laura Guglielmo, con un tratto e un uso del colore certamente di livello (a tratti ricorda l’Asterios Polyp di Mazzucchelli), anche se il suo meglio la disegnatrice lo dà con una regia profondamente cinematografica che dà alla narrazione un ritmo sempre e comunque elevato, senza un calo neanche a volerlo cercare col lanternino. La tensione di Emma Wrong è figlia della costruzione sempre magistrale delle tavole, sia nel generoso uso che fa dei primissimi piani, sia nelle variazioni della velocità dello scorrere di una storia che cambia di passo senza soluzione di continuità ma sempre in maniera tanto morbida da non far mai sentire uno strappo nella lettura. Per il fumetto che è, Emma Wrong esce anche fin troppo in sordina, un’opera del genere va strombazzata ai quattro venti, letta e riletta e, per chi ha anche solo velleità di sceneggiare fumetti, studiata approfonditamente.