«Donda Donda Donda Donda…» ripete ossessivamente la voce femminile e soul di Syleena Johnson nell’intro/Chant e mantra del nuovo album Donda di (Kan)Ye West. Come a esorcizzare il lutto della persona più cara, la madre Donda West, venuta a mancare nel 2007. A Donda il rapper superstar di Chicago aveva già dedicato nel 2015 il videogioco Only One per iPhone, in cui si accendevano molteplici sfere celesti…Ora le dedica un album intero, l’intro, la title track, molti versi e ne fa perfino risuonare la voce (nell’outro di Donda). Dopo Donda Chant, l’album parte esplosivamente con il ritmo rockeggiante e ipnotico di Jail e si chiude dopo un’ora e 48 minuti con la lunghissima, misticheggiante e sentita Jesus Lord Part 2. In mezzo c’è un po’ di tutto, dall’elettronica al gospel, dai suoni cupi e incalzanti alla melodia religiosa (i testi spesso sono veri e propri sermoni: «Once I saw what the Lord do/God, the Son, all the glory…»). Il rap scheggiato dalla world music e dal soul, dai beat da stadio e dall’autotune. Un mix in cui sono inclusi alcuni controversi featuring di reietti come Marilyn Manson (Jail Part 2), DaBaby (ancora Jail Part 2) e infine Chris Brown (New Again). Quest’ultimo featuring è poi scomparso dall’album, improvvisamente, a fine settembre…
Nell’era della liquidità totale, West si è forse inventato l’album plasmabile e mai definitivo. Donda infatti tra qualche giorno potrebbe non essere più come lo stiamo ascoltando in questo momento. Potrebbe aggiungersi un pezzo, togliersi un altro, cancellarsi un featuring o mutare ancora. Il “quadro” di Ye (forse) non sarà uguale a ieri. Alcune track sono davvero strepitose, per esempio l’“accoppiata” God Breathed e Off the Grid, altre suonano meno riuscite e “già sentite”, Hurricane e Jonah, o la nuova versione di un pezzo già uscito come Tell the Vision (con Faith, Pop Smoke e Pusha T). Donda è una sorpresa e a tratti una delusione. Fluviale, eccessivo mastodontico, frutto di un ego notoriamente enorme. Un miscuglio di arte westiana e ritmi dance. Il decimo album in studio pare a tratti la versione riuscita di Life of Pablo, grandiosità e autobiografismo. Là l’artista era pieno di idee e suggestioni messe in musica e testi in maniera sghemba e non troppo efficace (a parte il gioiello Waves). Qui West si rivela in parte più maturo e capace di tenere insieme cose molto diverse, incluse provocazioni e deliri personali. A volte le sonorità ricordano un po’ quelle di Labrinth, che a sua volta non esisterebbe artisticamente senza Kanye…Atteso, rimandato, suonato dal vivo e risuonato diversamente da una performance live all’altra (tre listening party mitizzati tra Atlanta e Chicago), è stato finalmente pubblicato su Spotify il 29 agosto (GOOD/Def Jam).
Donda di (Kan)ye West è un album anomalo e iperwestiano nel bene e nel male. A differenza del precedente Jesus Is King, non è particolarmente originale, ma a volte vi farà ballare all’improvviso.
Capolavoro o boiata pazzesca?
Probabilmente nessuna delle due cose o, ancora più probabilmente, tutte e due le cose insieme. Di sicuro un concept album – doppio che pare triplo – debordante e celebrativo. Se vi piace l’arte “bipolare” di West, probabilmente avrete un atteggiamento a vostra volta bipolare (possibile vi piaccia almeno la metà dei 27 pezzi che compongono l’album). Che Kanye West sia comunque un genio iper contemporaneo è un dato di fatto, al di là delle capacità imprenditoriali. Se la compresenza e la tautologia sono fra i tratti distintivi del postmoderno, allora (Kan)Ye è ancora una volta la quintessenza dell’arte postmoderna, molto oltre i generi musicali frullati…
Lo è nei testi (misticismo pop mescolato con la propria vita privata), nelle scarpe Yeezy – da ginnastica eppure di lusso – nel sound martellante e agitato, capace di cambiare radicalmente nell’arco dello stesso pezzo (si ascolti il finale di Jail). Lo è nella vita pubblica e in quella privata, esposta come fosse uno show (la scena di matrimonio recitata con la neo ex moglie Kim Kardashian a un live di presentazione dell’album…).
Canta Ye nell’album: «I wanna go to the moon/don’t leave so soon…».
A tratti la luna la sfiora davvero, prima di ricadere sulla terra…
I 5 migliori album di Kanye West secondo duels:
1) The College Dropout (2004)
2) Graduation (2007)
3) Watch the Throne (2011) con Jay-Z
4) My Beautiful Dark Twisted Fantasy (2010)
5) Yeezus (2013)