Una lunga, estenuante cavalcata: Il grande male, di David B. torna in libreria

Pierre-François ha la passione delle battaglie, che disegna in continuazione mentre vive la sua vita sovrapponendo la propria vivida immaginazione alla realtà, non al punto da distinguerle ma al punto da usare la prima per dare una valenza alla seconda. Ed è proprio una guerra infinita quella che la sua famiglia combatte contro un nemico che si ritrova proprio in casa: una forma di epilessia che affligge il fratello Jean-Christophe. Passano gli anni e i due ragazzi, insieme alla sorella, crescono. Le battaglie quotidiane, alimentate anche dai racconti del nonno, si alternano alle fatiche e alle delusioni che Pierre-François deve affrontare mentre suo fratello la sua guerra non pare riuscire a vincerla, anzi, perde terreno di anno in anno passando da un ciarlatano all’altro, dalla macrobiotica all’esoterismo senza mai riuscire a mettere la parola fine alla condizione che lo tormenta. Col tempo, se non altro, una piccola vittoria che accomunerà i due fratelli sarà quella della comprensione di un atteggiamento, quella di Jean-Christophe, troppo a lungo frainteso. David B. non è certo un esordiente e Il grande male, forse il suo lavoro più famoso, è un classico con qualche anno sulle spalle che, di recente, è tornato in libreria pubblicato in edizione tascabile da Coconino Press (pag.384, euro 15,90).

 

 

Di un’opera del genere è necessario parlare ogni volta che torna disponibile perché chiunque legga fumetti ci si dovrebbe misurare. E la scelta di parole non è casuale in quanto, nella sua dimensione di capolavoro, Il grande male non è un libro semplice da leggere. Al contrario, è una lunga cavalcata estenuante che scorre lentamente e chiede tanto al lettore in termini di attenzione. Un’opera, quella di David B., che investe il lettore con un fiume di fango psichico ed emotivo portandolo nei recessi di una situazione in cui l’interiorità ha un peso che l’autore stesso riesce ad elevare con un’immaginazione vulcanica che riempie ogni pagina di simboli, riferimenti, rimandi e associazioni. David B. è enciclopedico e mette in scena il proprio vastissimo repertorio in maniera ribollente, febbrile e con la velocità di una mitragliatrice. Alle battaglie continue, onnipresenti, martellanti si alternano le riflessioni sotto forma di immagini dalla grande sintesi che ampliano il respiro del vissuto quotidiano fino a conferirgli una dimensione universale. Il grande male è quello di Jean-Christophe ma anche quello che vive la sua famiglia, una condizione cosmica e ancestrale che si può tranquillamente allargare all’universo intero. Graficamente, questo magma è reso con un tratto dai chiaroscuri netti che sembra sintetizzare un’intera enciclopedia di fumetto underground, cartoonesco sì ma con qualcosa di profondo, di ctonio che sembra andare a metter le mani fino ai gomiti nella natura umana più primordiale, a tratti pre razionale, in quel punto che ha generato le immagini di Zap Comics tanto quanto quelle di Hieronymus Bosch. L’eclettismo di David B. omaggia una lista infinita di artisti ma questa sua profonda cultura non è lì a fare sfoggio dei compitini fatti a casa. Il grande male è un’opera nata dalla consapevolezza di un mondo, quello dell’arte, e di alcuni degli stati psichici fondamentali da cui essa attinge la propria energia.