Cinema dal cuore del Mediterraneo, area calda politicamente e incrocio di culture e sguardi: si apre a Roma la 31ma edizione del MedFilm Festival, il festival del cinema del Mediterraneo, unico evento italiano dedicato alle cinematografie euro-mediterranee e mediorientali. Sino al 16 novembre i film e gli eventi del MedFilm animeranno cinema e musei della Capitale, tra cui il The Space Cinema Moderno, il Teatro Palladium, la Casa del Cinema, l’Archivio Flamigni e l’Università La Sapienza. Dal concorso cinematografico ai meeting industry, dalle retrospettive storiche ai focus tematici, dagli eventi letterari alle masterclass universitarie, agli incontri in carcere con i detenuti: un programma composto da 83 i titoli in anteprima nazionale, internazionale e assoluta provenienti da 33 paesi. 50 gli ospiti che accompagneranno i film e che avranno modo di incontrare la stampa e il pubblico in occasione delle proiezioni, come numerosi gli operatori che prenderanno parte alle tre sezioni (MedWips, MedPitching e MedTalents) dei MedMeetings, l’evento industry del festival giunto alla sua 9° edizione. Il tema di quest’anno è “Hope”, “Speranza”, intesa come spinta vitale e attiva, verso un futuro di pace. Il Concorso Ufficiale conta 8 film tra finzione e documentario: opere che stanno tra personale e politico, intimo e collettivo: Calle Málaga di Maryam Touzani (candidato marocchino agli Oscar 2026 e distribuito da Movies Inspired), A Sad and Beautiful World di Cyril Aris (candidato libanese agli Oscar 2026), Promis le ciel di Erige Sehiri (anteprima italiana in collaborazione con il FESCAAAL – Milano), Ciudad sin sueño di Guillermo Galoe, Les Tempêtes di Dania Reymond-Boughenou, Le aquile della Repubblica di Tarik Saleh (distribuito da Movies Inspired), Una donna e un bambino di Saeed Roustaee (distribuito da Movies Inspired), With Hasan in Gaza di Kamal Aljafari. Quasi tutti accompagnati dagli autori. Sono invece diciotto i cortometraggi che compongono il Concorso Internazionale del MedFilm 2025. In apertura una immagine di Divine Comedy di Ali Asgari.

Atlante, la sezione fuori concorso del Festival, è orientata quest’anno sul tema della Famiglia, tra autori esordienti e maestri affermati: My Father and Gheddafi esordio alla regia della regista libica Jihan K, Divine Comedy del pluripremiato Ali Asgari (distribuito da Teodora) e Ange di Tony Gatlif, premio alla carriera 2025. A questi si affiancano sei cortometraggi: I’m Glad You’re Dead Now di Tawfeek Barhom, Still Playing di Mohamed Mesbah, Beneath Which Rivers Flow di Ali Yahya, A Reconnaissance di Stefan Kruse, Elegia del nemico di Federico Lodoli e Carlo Gabriele Tribbioli. Nella sezione Perle, dedicata al migliore, e spesso invisibile, cinema italiano, ci sono quattro film profondamente politici che interrogano il nostro modo di abitare gli spazi, di vivere in comunità e di stare in mezzo agli altri, cioè Portuali di Perla Sardella, Come la notte di Liryc Dela Cruz, Nella colonia penale di Gaetano Crivaro, Silvia Perra, Ferruccio Goia e Alberto Diana, Abele di Fabien Volti. La sezione si completa con sei cortometraggi pionieri di un vero e proprio cinema di frontiera: Brigas di Lorenzo Spinelli, Le prime volte di Giulia Cosentino e Perla Sardella, Terremoto di Massimiliano di Lauro e Lorenzo Latrofa, Randaghi di Enrico ed Emanuele Motti, Case cadute di Gianluca Abbate, Château la Belle di Gianmarco Serra e Simona Nobile.

Gli eventi speciali del MedFilm Festival 2025 annoverano la masterclass della sceneggiatrice e regista Valia Santella, la serata in collaborazione con WWF e BlueMissionMed per la proiezione del film Ocean with David Attenborough e le presentazioni di Letture dal Mediterraneo, che quest’anno si sdoppia presentando la lettura scenica al Teatro Palladium del libro Sudari. Elegia per Gaza (Feltrinelli) di Paola Caridi. Due invece gli omaggi di questa edizione del MedFilm. Il primo è un dittico dedicato alla Palestina, con due opere seminali per meglio comprendere e circoscrivere le complessità dei contesti storici: Gli ingannati di Tewfik Saleh, film del 1972 presentato in una copia restaurata da World Cinema Project e Cineteca di Bologna in collaborazione con National Film Organization e con la famiglia di Saleh; e Il tempo che ci rimane di Elia Suleiman, un amico del festival e un maestro indiscusso del cinema palestinese. Il secondo è un ricordo del grande regista francese Paul Vecchiali, Premio alla Carriera del MedFilm nel 2014, con il film di Antonio Pettinelli Paul a Mayerling – Un ritratto.

Il più alto riconoscimento conferito dal MedFilm Festival, il Premio Koinè, verrà conferito alla giornalista e attivista palestinese Aya Ashour, “Per aver difeso, con la forza della verità e della parola, il diritto all’informazione e all’istruzione, raccontando al mondo cosa significa vivere oggi a Gaza”. Insieme a Aya Ashour, verranno premiati Fatena Mohanna, fotografa, per aver trasformato la fotografia in un atto di resistenza civile e testimonianza storica, e Alhassan Selmi, giornalista e videomaker, per aver difeso il diritto alla verità, documentando da Gaza la vita sotto assedio e trasformando ogni reportage in un atto di resistenza civile e testimonianza storica. Mentre il Premio alla Carriera del MedFilm Festival 2025 va al regista, sceneggiatore, compositore, attore e produttore algerino di etnia rom Tony Gatlif. Chevalier de la Légion d’Honneur e vincitore per la miglior regia a Cannes 2004 con Exils, Tony Gatlif è uno dei cineasti più audaci, inclassificabili e stimolanti di sempre, un instancabile poeta del vagabondaggio e della libertà.


