Si inizia con la nuova missione di Werner Herzog, alla ricerca dei suoi Ghost Elephants e si conclude con il transito d’infanzia tra generazioni di Gioia mia di Margherita Spampinato, uno degli esordi italiani più belli dell’anno: Filmmaker 2025 a Milano, da domani al 23 novembre, appuntamento tra i più vitali ed essenziali della scena festivaliera italiana che produce pensiero, ricerca e piacere del cinema. Tanti gli ospiti, ma a Filmmaker sono i film i veri protagonisti: sette sezioni, tra Concorso Internazionale, Concorso Prospettive, Fuori Concorso, Retrospettiva VALIE EXPORT, Filmmaker Moderns, Interferenze, Filmmaker Expanded. In tutto 90 titoli di cui 38 prime mondiali e 14 prime italiane, sugli schermi di Arcobaleno Film Center, Cineteca Milano Arlecchino, Cineteca Milano MIC e Careof. In Concorso Internazionale ci sono 13 opere in anteprima italiana o mondiale: un intreccio di generi, linguaggi, vissuti che si confrontano con il presente: “Una ideale mappa del nostro tempo che esplora le guerre in corso, i femminismi e le questioni di genere, l’ecologia e i fenomeni migratori, la ricerca di una società più giusta e inclusiva a partire dall’invenzione di una politica del cinema – prima che di un cinema politico”. In apertura una immagine tratta da As Estações di Maureen Fazendeiro.

Si va dal corpo delle donne come campo di battaglia dalla traumatica rivoluzione khomeinista nel 1979 a oggi in The Vanishing Point di Bani Khoshnoudi, alle questioni di genere che risuonano nell’esperienza della maternità in Mater Insula di Fatima Bianchi. L’artista e videomaker Anouk Chambaz esplora in Di notte le memorie infantili e i loro traumi, mentre dalla tragedia di Gaza arrivano gli immaginari di Abbas Fahdel, iracheno, autore di Tales of The Wounded Land, premio della Giuria allo scorso festival di Locarno. Il grande James Benning indaga il paesaggio sociale e politico degli Stati Uniti attraverso i discorsi dei presidenti Usa, da Eisenhower a Trump in Little Boy, mentre Kevin B.Lee in After lives la rappresentazione della violenza contemporanea in un desktop film che si mescola al video essay. Adrian Paci esplora in Merging Bodies la tensione fra il corpo degli operai, la materia e il ritmo della fabbrica, così come il canadese Denis Coté in Paul racconta un ragazzo sovrappeso e depresso che ha trovato la sua dimensione nel nickname social con cui si propone come “slave”. Sylvain George conclude la sua Nuit obscure- Ain’t I a Child? mentre di Basma al-Sharif in Morgenkreis si colloca tra un padre e di un figlio in Germania alle prese col questionario dell’integrazione. Il grande Ben Rivers traccia la sua disstopia in Mare’s Nest partendo da un racconto di Don De Lillo, mentre Maureen Fazendeiro inventa un territorio nel suo primo lungometraggio, As Estações (Le stagioni) che ha girato nell’Alentejo, in Portogallo. Bari ieri e oggi tra gentrificazioni accoglie infine il nuovo lavoro di Fabrizio Bellomo, L’albero di trasmissione 2 – La vendetta.

C’è poi il Concorso Prospettive riservato alle giovani generazioni di filmmaker che si pone dalla sua nascita come un laboratorio dove indagare le tendenze a venire: 20 titoli in prima mondiale o nazionale che esprimono i sentimenti della contemporaneità. Fuori Concorso invece c sono 5 lavori che mappano momenti importanti del cinema di questi giorni: Put Your Soul in Your Hands and Walk narra Gaza e il genocidio attraverso il dialogo fra la regista Sepideh Farsi e Fatima Hassona, giovane giornalista e fotoreporter palestinese; dall’interno di Israele Nadav Lapid ci offre Yes, uno spietato smascheramento della società israeliana, delle sue viltà, delle sue responsabilità; Claire Simon in Ecrire la vie. Annie Ernaux racontée par des lycéennes et des lycéens si chiede se si può filmare la letteratura attraverso la scrittura del Premio Nobel per la letteratura nel 2022. Leibniz – Chronicle of a Lost Painting di Edgar Reitz è un film saggio nel quale il grande autore di Heimat, oggi più che novantenne, esplora il ruolo delle immagini e il loro potere di rappresentazione. Con Il damo Luca Ferri intreccia tre solitudini metropolitane.

Alla Performer, fotografa, filmmaker, femminista, VALIE EXPORT è dedicata la retrospettiva curata da Tommaso Isabella, che esplora l’opera di una figura che è oggi un’icona dell’arte contemporanea, riferimento per molte artiste delle generazioni successive, da Marina Abramovic a Cindy Sherman, fra le prime a mettere in discussione lo sguardo maschile e il patriarcato con la pratica della performance nello spazio pubblico. Nel centenario della nascita di Luciano Berio (1925-2003), uno dei più geniali compositori del Novecento, Filmmaker 2025 gli dedica la sezione Interferenze mettendolo in relazione con autori come Chris Marker, Nico D’Alessandria e Nelo Risi. Confermata per il quarto anno la sezione dedicata alle esperienze immersive e XR Filmmaker Expanded, iniziativa organizzata in collaborazione con XR Lab (Centro di Ricerca Coordinata EXT – Extended Realities) e ERC Advanced Grant AN-ICON, ospitati dal Dipartimento di Filosofia “Piero Martinetti” dell’Università degli Studi di Milano. Protagonista del public program, un percorso espositivo di opere immersive e interattive che esplorano il rapporto tra territorio, conflitto e rappresentazione: Counter-Archives: Politics of Display and Territorial Imagination sarà allestita presso Careof dal 18 al 23 novembre.


