Il canto del nemico di Tony Hillerman: al fianco della Nazione Navajo

“Il protagonista di The Blessing Way (Il canto del nemico) doveva essere un antropologo, non Joe Leaphorne. Per ragioni di trama avevo bisogno di un poliziotto navajo. Man mano che la storia lievitava e io mi familiarizzavo con i personaggi, provavo sempre maggior interesse per lui. Alla fine del romanzo mi ci sono affezionato e nelle storie successive ho dato sempre maggior corposità a Joe Leaphorne”. Così Tony Hillerman (1925-2008) racconta la genesi della serie (di tre romanzi) dedicata a Joe Leaphorne, agente della polizia tribale della grande riserva navajo fra Arizona, New Mexico e Utah (71.000 km²). Joe è immerso nella cultura del proprio popolo, dove famiglia, amicizia e rispetto della natura sono i punti di riferimento della vita. Anche religione e miti hanno un posto di rilievo e per lui sono un modo per comprendere ciò che lo circonda:”Sii in armonia non resistere alla corrente, tutto quanto avviene ha uno scopo”.  L’anglotedesco Tony Hillerman, un’infanzia a contatto con i nativi a Sacred Heart (Oklahoma), un lavoro da giornalista e poi prof. all’università di Albuquerque, ma con l’idea fissa di provare con  la letteratura, con i romanzi polizieschi “per imparare a scrivere”.  Dopo i primi tre libri ne scrive altri tre incentrati sul poliziotto tribale Jim Chee, più giovane del collega e anche lui legato profondamente al suo popolo. Infine li fa lavorare insieme in Skinwalkers (Lo stregone deve morire) e interagire in altri 11 romanzi. (In apertura un’immagine tratta dalla serie Skinwalkers: The Navajo Mysteries).

 

 

Un’occasione perfetta per mettere due generazioni di Navajo a confronto: Leaphorne è di mezza età, più riflessivo e integrato (ha una moglie bianca) mentre Chee, impulsivo e pronto all’azione sente il richiamo del sangue degli antichi Apaches de Nabaju (gli antenati dei Navajo) un popolo che “amava l’individualismo e i grandi spazi” (Oliver La Farge – A Pictorial History of the American Indian). Robert Redford ha acquistato i diritti di quasi tutti i romanzi di Hillerman. Il primo film, La collina del demonio (tratto da Dark Wind, uscito da noi come Vento oscuro) è stato girato in Arizona e diretto nientemeno che da Errol Morris. E nella parte di Jim Chee c’è un perfetto Lou Diamond Philips. Nel 2002, sempre Robert Redford ha prodotto Skinwalkers: The Navajo Mysteries una serie che propone l’adattamento di tre romanzi e vede Wes Studi nei panni di Leaphorne e Adam Beach (Hostiles) in quelli di Chee. Dopo molti anni di assenza Hillerman torna ora sugli scaffali delle nostre librerie. Lo fa grazie a HarperCollins che propone Il canto del nemico (euro 15, pag.384). Apprezzabile il fatto che per primo venga pubblicato il romanzo che nel 1970 ha inaugurato la saga degli agenti della polizia tribale. L’ideale per immergersi nell’incredibile e ipnotico scenario nel quale si svolgono le storie di Leaphorn dove la natura e la cultura dei nativi dettano i tempi. E ti può capitare di scoprire un cadavere con la bocca piena di sabbia, in un luogo intatto dove non si trovano né tracce, né orme, né indizi. Quasi fosse un evento inspiegabile, non naturale. Ma il tenente Joe Leaphorn sa che per arrivare alla verità deve partire dal misticismo e percorrere una strada che lo porterà al sangue, alla violenza. Fin da questo esordio Hillerman si è avvicinato al popolo navajo, con naturalezza, per affinità:”da ragazzo sono cresciuto con i nativi. Erano i miei amici, i miei compagni di scuola e di giochi…La cosa più importante che fa sembrare i Navajo diversi da un bianco di città è il fatto che sono poveri, sono cresciuti in totale isolamento e hanno tutti gli atteggiamenti di chi è originario di un ambiente rurale. Anch’io ero povero, isolato e di campagna, di conseguenza sono cresciuto con gli stessi atteggiamenti”.

 

La collina del demonio di Errol Morris