Compie 100 anni Crome Yellow di Aldous Huxley. Si tratta del primo romanzo dell’autore di Le porte della percezione (libro di culto dei Doors di Jim Morrison) e Ritorno al mondo nuovo. Purtroppo Crome Yellow non è disponibile in libreria, comunque si riescono a recuperare fra bancarelle e on line le edizioni in originale e quelle Oscar Mondadori e del 2004 di Mattioli 1885. E ne vale davvero la pena. Denis Stone, giovane aspirante poeta, arriva a Crome tenuta nobiliare nella campagna inglese, per trascorrervi un periodo di vacanza estiva, ospite del padrone di casa Henry Wimbush, in compagnia di altri invitati: il signor Scogan; Gombauld, pittore improbabile quanto molto interessato alle grazie femminili; Anne e Mary, ragazze mondane e superficiali. La vacanza trascorre tra inutili discussioni, lunghe passeggiate e la distrazione offerta dalla breve visita di Barbecue-Smith, prototipo dello scrittore di successo, presuntuoso e tronfio, autore di libri “di conforto e di insegnamento spirituale”. Denis, innamoratosi della giovane Anne, ma da lei respinto a favore di Gombauld, dopo una notte melodrammatica con adolescenziali fantasie suicide decide di lasciare Crome prima del previsto; ma proprio allora Anne si dimostra gentile con lui, lasciandogli qualche speranza di successo. Se prendessimo alla lettera la trama di Crome Yellow, dovremmo pensare di trovarci di fronte a uno di quei romanzi leziosi e brillanti così frequenti nella narrativa inglese del secolo scorso. A partire dalla location, lo spazio chiuso (il castello), il tempo definito (il finesettimana), la struttura (una serie di scene e situazioni staccate l’una dall’altra). Sono chiari i riferimenti al romanzo a scansione di Thomas Love Peacock, ai personaggi di Thackeray (La fiera delle vanità) e c’è chi ci ha visto anche le digressioni alla Dickens. Ma trattandosi di Aldous Huxley, le cose non stanno solo così. In effetti l’abilità dello scrittore consiste nel riuscire ad allestire una storia fatta di avvenimenti assolutamente inessenziali. Così il lettore viene irresistibilmente attratto, oltre le apparenze, in un sottile ordito di digressioni in bilico tra humour e intellettualismo: ad esempio, fra il monologo filosofico sul futuro dell’umanità e la descrizione dell’impianto igienico della villa. Che la seconda appaia molto più seria ed edificante del primo e senz’altro uno degli obiettivi di Huxley e, insieme, dei pregi raffinatamente umoristici del romanzo. Un’opera assai sofisticata che propone una serie di personalità bizzarre, ognuna delle quali cerca di restare in equilibrio fra ciò che è e ciò che vorrebbe essere, rimanendo comunque nei confronti dell’esistenza ad un grande livello di superficialità, solo Denis, il vero protagonista ha la possibilità di cambiare il suo assetto, di interrogarsi e di ricominciare una nuova vita.