Era il 15 gennaio 1974. Il canale americano ABC mandava in onda la prima puntata di un telefilm dal titolo Happy Days (durerà per 11 stagioni, per un totale di 255 episodi). I giorni felici erano cantati fin dai titoli di testa: domenica, lunedì, etc… La canzone era doc, creata apposta da Charles Fox. Invece di guardare al futuro, Happy Days riportava indietro. Gli spettatori erano abituati a telefilm come UFO, Star Trek, persino i Pronipoti spaziali. Al massimo c’era La casa nella prateria, ma quello era il vecchio West. Ecco, Happy Days trattava gli Anni Cinquanta come un’epopea. Non per niente era ambientato in un Wisconsin da cartolina. Con Fonzie sulla sua moto rombante al posto dei cowboy a cavallo. Happy Days compie 45 anni. Li compie per gli americani. Perché in Italia la prima stagione arrivò 4 anni dopo, nel 1977-78. Quasi in contemporanea con Grease. Qualche giorno fa, ai Golden Globe 2019, c’era anche Henry Winkler. Capelli bianchi, era candidato per Barry. Vederlo è stato davvero un’anticipazione del compleanno. Perché, tra i tavolini tondi del Beverly Hilton Hotel della cerimonia, era riapparso Fonzie.
Adesso che Happy Days soffia sulle sue prime 45 candeline, l’effetto nostalgia è irrefrenabile. Fonzie viveva in una stanza sopra casa dei Cunningham. La scaletta e la porticina, sembrano quelli di Roma di Alfonso Cuaron. Ma siamo a Milwaukee, città che all’epoca pochi italiani sapevano che esistesse e dove si trovasse. Poi arrivarono i Cunningham e i loro amici e anche la geografia fece un passo avanti…Il signore e la signora Cunningham. Sottiletta e Richie. Ralph Malph e Potsie. Al e Chachi. Arnold era il gestore del fast food del mitico bagno/ufficio di Fonzie e del jubox. Il protagonista Pat Morita finirà diretamente in Karate Kid. A un certo punto dallo spazio arrivò anche un extraterrestre in tutina rossa che faceva “nano nano”. Si chiamava Mork ed era interpretato da Robin Williams. Funzionò così tanto da meritarsi un telefilm tutto suo, Mork e Mindy. Oggi li chiamiamo spin-off. Quegli happy days lontani anche per gli americani (gli Anni 50 felici, in pausa tra la guerra di Corea e quella del Vietnam) se li era inventati un certo Garry Marshall. Che aveva già messo il copyright su Laverne & Shirley, altro telefilm storicamente parallelo. Lo rimetterà su Pretty Woman. Richie Cunningham era il ragazzo della porta accanto, il bravo figliolo con la camicia scozzese e al massimo il giubbotto felpato dell’università. Lo interpretava il rosso Ron Howard, ex attore bambino. Diventerà quel Ron Howard. Il regista di Beautiful Mind, Cuori ribelli, Splash, Apollo 13, Il Grinch, Cocoon, Il codice da Vinci…Sottiletta, sua sorella Joanie, aveva il foulard annodato al collo, la gonna a ruota e i calzini corti bianchi sulle scarpe basse. Aveva le lentiggini e i capelli neri e gli occhi trasparenti. La interpretava Erin Moran. Quando la serie finì, dieci anni esatti dopo, i suoi giorni divennero improvvisamente infelici. E lo rimasero fino alla fine. La trovarono morta in povertà assoluta, dimenticata da tutti, nel 2017. Senza neppure più il foularino al collo.