Black Knight / Netflix © 2023

Mad Max in Corea: su Netflix Black Knight, la serie TV di Cho Ui-seok

Un cataclisma ha devastato la terra del futuro riducendola a un deserto contaminato in cui la razza umana cerca di sopravvivere producendo artificialmente aria respirabile. Un ruolo centrale in questa società del futuro, rigidamente divisa in classi sociali, lo giocano i corrieri, una squadra di combattenti d’elite che consegna merce e ossigeno a chi se lo può permettere attraversando la terra di nessuno che collega i distretti recintati in cui è divisa la Corea. E sarà proprio un corriere, il leggendario 5-8, a guidare una rivolta contro Ryu Seok, il rampollo del magnate della corporazione che fornisce l’aria respirabile, quando quest’ultimo deciderà di prendere il potere con un colpo di Stato che prevede l’eliminazione delle fasce più deboli della popolazione. Black Knight, in onda su Netflix, è una serie TV (creata da Cho Ui-seok, Shin Yeon-ju, Kim Hyun-deok), tratta dal web-comic Taekbaegisa di Lee Yoon-kyun, che pur con tutti i suoi difetti testimonia la vitalità di un paese che elabora temi e trope dell’immaginario collettivo con grande dinamismo e senza risparmiarsi. Basta infatti prendere a campione alcune delle serie coreane prodotte negli ultimi anni per apprezzare la varietà e la voglia di raccontare di un universo ampio e diversificato. Dagli zombie di Non siamo più vivi all’horror soprannaturale di Hellbound, passando per la critica sociale di Squid Game fino ad arrivare a quest’ultimo Black Knight, una storia che prende ispirazione da Interceptor, il primo capitolo della saga di Mad Max, per evolversi in un racconto d’azione che racconta con il piede sull’acceleratore.

 

 

Il ritmo è infatti sempre elevato, ricco di combattimenti estremamente vari: molte sparatorie ma anche duelli di arti marziali e combattimenti a bordo degli iconici camion blindati con cui i corrieri attraversano il deserto di sabbia e macerie falciando i predoni che gli si parano davanti regalando allo spettatore momenti che ricordano un po’ la saga resa famosa da Mel Gibson e un po’ Ken il Guerriero. In tal senso si può dire che Black Knight non sfugge al gioco di rimandi e citazioni che è diventato l’immaginario collettivo contemporaneo, nel cui ipertrofico regime di sovrapproduzione ogni novità finisce per ricordare in qualche modo un prodotto venuto prima. Un serie derivativa, quindi, ma conscia di esserlo e comunque in grado di crearsi un’identità propria sia in senso estetico, costumi e scenografie funzionano e caratterizzano quanto basta, sia nella costruzione di una narrazione che a modo proprio affronta tematiche attuali con la profondità adeguata a una serie finalizzata per lo più all’intrattenimento. I difetti per l’appunto non mancano: i buoni sono un po’ troppo invulnerabili, alcuni momenti di comic relief si potevano anche evitare così come un happy ending davvero totale e senza ombre. Ciononostante Black Knight resta una serie TV godibile, con un ritmo elevato e una messa in scena soddisfacente, figlia di un ambiente in fermento che, pur senza cercare la perfezione in ogni dettaglio, produce tanto e tutto sommato bene.