Speciale Porno – Quando il mito trascende la carne: Cicciolina vs. Moana – La grande sfida

L’industria del porno dimentica in fretta. Lo faceva fin da prima dell’epoca presente, in cui la rete ha cambiato tutto e il settore si trova in uno stato di sovrapproduzione totale e costante, con una legione di giovani nerd della pornografia con ben più di un’infarinatura di marketing del tutto intenzionate a gestire la propria passione massimizzandone la redditività. Fatto salvo per una manciata di personalità che con fortune alterne ha lavorato per crearsi un’identità fuori dal porno, dal Luce Caponegro in arte Selen a Sasha Grey, il settore è letteralmente inondato di facce che lavorano per alcuni anni salvo poi scomparire nel nulla. Se Christine Young è ancora ricordata fra gli appassionati con qualche annetto sulle spalle, Ramba o Miss Pomodoro sono un ricordo lontano nella memoria di chi ha vissuto l’epoca d’oro del porno italiano. Qualcuno fa tuttavia eccezione. Un ristretto gruppo di personalità che sono state in grado non tanto di affrancarsi del genere che le ha rese famose, di fatto non se ne sono mai veramente allontanate, ma di sconfinare nella memoria collettiva fino a diventare icone della cultura pop la cui fama tuttora brilla di una luce parzialmente ammantata del mistero che spesso accompagna le figure leggendarie. Personalità come Cicciolina e Moana Pozzi. Per la collana Nocturno Libri, Davide Pulici e Manlio Gomarasca hanno coordinato un lavoro di raccolta e sistematizzazione di diversi articoli usciti sui passati dossier della rivista Nocturno, con l’aggiunta di testi preziosi come l’intervista inedita pubblicata postuma che Ermes Benini ha fatto a Moana, che va a ricostruire il percorso delle due matriarche del porno italiano dai primi passi alla consacrazione di tasselli fondamentali dell’immaginario collettivo nazionale: Cicciolina vs. Moana – La grande sfida (pag.292 euro 35).

 

 

Il modus operandi è quello caratteristico della redazione di Nocturno: un rapporto stretto con i fatti, con la ricerca sul campo dove possibile e con l’onesta segnalazione dell’impossibilità di verificare con certezza alcune delle storie riportate in nome di un’etica professionale rigorosa e mai sensazionalistica. Le riflessioni che ne risultano non sono mai figlie di un pontificare sui massimi sistemi quanto piuttosto di un’analisi lucida e spartana delle informazioni realmente in possesso di chi fa ricerca. Questo certamente deluderà chi è alla ricerca di un libro piccante, ricco di aneddoti divertenti da leggere, ma Cicciolina vs. Moana – La grande sfida non ha quel target. Il libro potrebbe risultare quasi ostico, freddo a chi vi si approccia per trovarci un amarcord leggero che faccia rivivere qualche ricordo scollacciato dei bei tempi andati. Questo è un lavoro di ricerca rigoroso che ha per oggetto la mitopoiesi, e come tale presenta le sue fisiologiche difficoltà. Le figure che ne vengono fuori sono quelle di una Cicciolina intelligente e consapevole da una parte e di una Moana Pozzi complessa quanto inafferrabile dall’altra. L’Onorevole Staller non ha mai voluto recidere il legame che l’associa al sesso e alla pornografia, quello è il personaggio che le ha permesso di guadagnarsi un posto nell’immaginario collettivo e lei non ha mai smesso di interpretarlo calandosi profondamente in una parte in cui sembra non trovarsi affatto a disagio. Ilona Staller è Cicciolina e se ne assume tutti gli oneri e tutti gli onori. Il rapporto di Moana Pozzi con il porno è, a quanto emerge dalle pagine del libro, più complesso.

 

 

La pornografia, come le relazioni con i potenti come Bettino Craxi, è stato per Moana uno strumento per arrivare, per ottenere tutto ciò che dalla vita desiderava. Lei era disinibita ma, a quanto pare, non proprio un’appassionata. Il porno è ciò che le veniva meglio e che le permetteva di ottenere quel che voleva ma non ne era propriamente passionale, anche se lavorò fino a poco tempo prima di morire, in tal senso sono spettrali le immagini che la vedono recitare con il fisico ormai evidentemente minato dalla malattia. Cicciolina vs. Moana – La grande sfida racconta il percorso verso il mito di due persone certamente eccezionali che si sono trovate a vivere un momento storico irripetibile, di sdoganamento del sesso, che tuttora influenza la società contemporanea e che rappresenta la loro più importante eredità. Ma c’è un terzo personaggio che emerge dalle pagine del libro, non il suo oggetto diretto ma una presenza altrettanto incisiva: Riccardo Schicchi. Fu fondatore di Diva Futura, l’agenzia che fece emergere le grandi pornostar italiane dell’epoca, insieme alla stessa Ilona Staller, oltre che marito di Eva Henger e mentore di Moana e Cicciolina, letteralmente colui che le ha inventate come i personaggi dietro ai corpi mostrati sullo schermo. Schicchi era stravagante e non sempre attendibile, una personalità eclettica che piegava la verità alle esigenze del momento la cui grande creatività ha influenzato, da dietro le quinte, la cultura contemporanea più di quanto immaginiamo. Cicciolina Vs. Moana – La grande sfida è un libro che si occupa di uno di quei coni d’ombra della Storia lontani dagli interessi degli accademici, nonostante il rigore che lo distingue, una ricerca precisa e antiretorica che racconta di un’Italia sommersa, quella di un modo di fare cinema che non esiste più ma anche di un potentato che, oggi, si presenta di ben più esiguo spessore. Non certo un’operazione nostalgia che schiaccia l’occhio al lettore casuale.