Tre fumetti da non perdere

 

SecondsBryan Lee O’Malley, Seconds (Rizzoli Lizard, pp. 336, € 17)

Dal suo (finora) inarrivabile Scott Pilgrim è stato tratto uno dei film più incredibilmente sottovalutati degli ultimi anni. E a dieci anni di distanza da quel capolavoro neoludico ante litteram, O’Malley racconta la storia di una giovane donna spostando in avanti rispetto a Scott Pilgrim età anagrafica e conseguente profondità psicologica dell’analisi caratteriale. La protagonista Katie è una graziosa chef di un rinomato ristorante che resasi involontariamente colpevole di una leggerezza che sfigura una giovane cameriera del locale: ma troverà un modo magico per rimediare. O no? I rovelli che attanagliano Katie sono quelli di molti rappresentanti di una generazione rassegnata a un futuro incerto: la possibilità di emendare i nostri errori renderebbe davvero la nostra vita più felice? Molto della strepitosa bravura grafica e fisiognomica di O’Malley porta ancora il marchio del fumetto di scuola orientale. Ma il ragazzo è maturato come le storie e le persone che vuole raccontare: ed è ormai pronto per un grande romanzo americano degli anni Duemila che già iniziamo a desiderare.

SPONGEBOB005VV. AA., SpongeBob Comics (Panini, 32 pp., € 2,50)

Non è una graphic novel, ma una serie mensile da edicola e fumetteria solo apparentemente per bambini a cui prestano spesso e volentieri la loro opera disegnatori di vaglia (e non necessariamente mainstream: nei 13 numeri sinora pubblicati si è vista all’opera gente del calibro di James Kochalka, Al Jaffee, Stephen Bissette, Jerry Ordway…) del fumetto statunitense, liberi di interpretare la grafica dei personaggi come meglio credono. Nella trasposizione dal cartoon alle pagine disegnate, gli eroi di Bikini Bottom, il fantasioso mondo subacqueo di Stephen Hillenburg, non perdono la loro geniale innocenza né la loro infantile comicità. Ma le loro avventure a fumetti sono intrise di riferimenti stilistici precisi e godibilissimi all’intera storia dei comics: e allo spasso si uniscono, per chi sa coglierle, autentiche lezioni di filologia del mezzo. Nona caso, l’albo negli Usa è venduto più agli appassionati adulti che non ai bambini.

Suheiro Maruo, Il Vampirvampiroo che ride Vol. 1 e 2 (Coconino Press Fandango, pp. 236/282, € 19,50 cad.)

Suehiro Maruo è tra i (non) pochi autori di manga giapponesi in grado di guardare oltre l’orizzonte estetico tipico del genere e inglobare nel suo stile suggestioni profondamente mitteleuropee. La benemerita nuova edizione integrale appena uscita del suo capolavoro lo conferma : le tavole, violente e morbose come d’abitudine, che vedono protagonista una non-morta  di 130 anni e come sempre si caricano di acute osservazioni antropologico/sociali sul Giappone contemporaneo, sono cariche di un sentire novecentesco letterario e cinematografico che spazia tra suggestioni di Murnau e  Fritz Lang per arrivare a Bataille.