Compie dieci anni la Woche der Kritik di Berlino organizzata dall’Associazione dei critici cinematografici tedeschi. Sezione autonoma della Berlinale, si terrà dal 15 al 22 febbraio e, come consuetudine, svilupperà il suo percorso suddividendo i film (di durata lunga, corta e media) all’interno di una serie di programmi “tematici” facendo così dialogare opere e autori/autrici. Saranno presentati lavori in prima mondiale ma non solo, e non necessariamente d’esordio. Tutti elementi che distinguono la Woche der Kritik da altre Settimane della critica, come quelle di Cannes o Venezia. Si tratta, invece, di costruire ragionamenti sul presente filmico e sociale mettendo in relazione testi dalle molte provenienze geografiche e culturali. Ogni giorno, un programma, per un totale di otto. Si comincerà il 15 con Phantom Thread, ovvero uno sguardo sul lato poetico e metaforico del cinema indagato dal cortometraggio senza dialoghi Mother, Who Will Weave Now? dell’indiano Amit Dutta, “una delle voci più prominenti del cinema sperimentale internazionale”, e dal lungometraggio An Evening Song (for Three Voices) di Graham Swon, storia di un triangolo amoroso ambientata negli anni Trenta del Novecento in Iowa. Cinque brevi film sono stati radunati nel programma del 16 intitolato Elemental Bodies: Ecologies, Media, Extraction, mentre il 17 Imitation of Life presenterà, si legge nelle note introduttive della Woche der Kritik, “concezioni del mondo che sono simili alla nostra realtà, ma molto migliori”, includendo anche il belga Camping du Lac, diretto e interpretato da Éléonore Saintagnan. L’approccio anarchico e provocatorio al cinema di Larry Charles si dovrebbe ritrovare nel lavoro più recente del cineasta statunitense, Dicks: The Musical, basato su uno spettacolo teatrale della Off-Broadway e inserito nel programma Sound and Fury (il 18). (In apertura una immagine tratta da Dreams About Putin di Nastia Korkia).
Desta curiosità il dittico composto per il programma Hangover (il 19) da Dreams About Putin di Nastia Korkia, incursione tra onirico e reale per di-segnare l’attualità del conflitto russo-ucraino, e da Tedious Days and Nights, opera di debutto di semi-finzione del cinese Guo Zhenming. Sarà in prima mondiale (il 20 all’interno di Carnival of Souls) il tedesco Abendland di Omer Fast, ispirato dagli attivisti climatici che dal 2012 occupano la foresta di Hambach. City Lights (il 21) fa collidere forme urbane e filmiche negli spazi dell’Argentina recuperando un brevissimo testo del 1991, Warnes di Narcisa Hirsch, e proponendo – anch’esso in anteprima assoluta – Hidden City di Francisco Bouzas. Si chiude il 22 con Hard, Fast and Beautiful che contiene tre titoli tra cui Wikiriders (terzo lungometraggio a iniziare la sua vita alla Woche der Kritik) di Clara Winter e Miiel Ferráez, co-produzione tra Messico e Germania, ironico road movie fra Texas e Messico in cerca dell’eredità del colonialismo.