“Cornelia è razionale e ironica, non sopporta i camportamenti falsi e disonesti. Si accorge che qualche cosa non va in questa coppia giovane e così free, ma non lo dice al marito che sembra così felice. Ma Cornelia fa anche ridere, o almeno sorridere. Io nella vita non sono una di quelle con la battuta pronta, ma mi è piaciuto interpretarla. E non riuscivo a stare seria mentre giravamo la scena del rito a base di funghi allucinogeni. Agli attori piace molto recitare la parte degli alcolizzati o dei drogati, ma se non lo fai bene il risultato può essere pessimo. Noah è un regista che ti fa ripetere la stessa scena in mille modi e qui ogni volta dovevo ridrogarmi e ristare male rivomitare… Era una sfida divertentissima farlo ogni volta in un modo diverso” Naomi Watts alias Cornelia in Giovani si diventa è una produttrice, la figlia di un regista di documentari e la moglie di Josh, un altro cineasta (Ben Stiller) che vive col complesso del suocero più bravo e famoso. A un certo punto Naomi/Cornelia si mette a seguire un corso di yoga, a iniziare a mangiare vegano e a danzare scatenata come non faceva più da vent’anni. Un personaggio interessante, ricco e molto stimolante da interpretare “Come la guardi e sai subito che è autentica, sincera, che la potresti incontrare una sera a casa di amici, fare due chiacchiere con lei e andartene con un nuovo numero telefonico in agenda e la voglia di chiamarla subito, il mattino dopo per uscire a prendere un caffè e continuare a chiacchierarci insieme.” Cornelia intuisce ciò che accade a lei e a suo marito (da anni alle prese con il montaggio del suo infinito documentario): “Semplicemente è una donna consapevole che il tempo sta per scadere ma non si cruccia, cerca delle alternative, prospettive differenti”.
Giovani si diventa è una commedia sincera, scritta benissimo, molto piacevolmente newyorker per style e location, diretta dall’emergente Noah Baumbach e con al centro questa coppia che va vanti così da anni, con gli stessi amici coetanei che ora non parlano che dei figli che però loro non hanno, e che vanno in tilt quando incrociano la loro versione giovane e (in apparenza) senza obblighi e vincoli sociali (Amanda Seyfried e Adam Driver). Una seconda giovinezza? Si, però iniziare un nuovo stile di vita scoppiettante ha le sue controindicazioni. A cominciare dai problemi identitari, visto che i protagonisti finiscono inesorabilmente per dovere fare i conti con il tempo che passa. Piena di sottintesi l’intelligente colonna sonora che lascia l’ultima parola al David Bowie di Gloden Years.