20 cose che (forse) non sapete su Barry Lyndon

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Recentemente è tornato in sala in una versione restaurata il film di  Stanley Kubrick  tratto dal romanzo di William Thackeray. Vincitore di 4 Oscar, Barry Lyndon compie nel 2015 40 anni, (uscì il 18 dicembre 1975 negli Stati Uniti).  Ecco 20 notizie che ci raccontano molto di quel maestoso capolavoro.

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La prima scelta di Kubrick per la parte di Barry era Robert Redford. L’attore e il regista raggiunsero un accordo mentre Redford era in Inghilterra a girare Il Grande Gatsby. A fine del ’72 Redford si ritirò per girare Il temerario di George Roy Hill. Il suo posto fu preso da Ryan O’Neal reduce dal trionfo lacrimoso di Love Story che dimostrò subito di avere capito dove si andava ad infilare:”probabilmente questo sarà il film più serio che mai farò”

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Le riprese del film sono durate 300 giorni in due anni, con due robuste interruzioni e un budget che raggiunse gli 11 milioni di dollari a fronte di un incasso di 9,5.

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Il 17 settembre 1973 iniziarono le riprese ad Ardmore in Irlanda, dopo sei mesi il film venne trasferito in Inghilterra. Il motivo non fu mai chiarito, c’è chi parlò di minacce dell’Ira. La troupe era formata da 170 persone (escluse le comparse).

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Per i duelli K. ingaggiò Bob Anderson, allenatore della squadra olimpica di scherma che rimase basito dal fatto di dover lavorare all’alba. Il regista nelle sue ricerche aveva scoperto che quella era tradizionalmente l’ora dei duelli.

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Barry Lyndon è il film che crea la leggenda di K. come il regista dai molti ciak. Da Arancia meccanica K. seguiva questo metodo: 10 giorni di prove con gli attori prima di girare la scena. Da Barry Lyndon tutte le prove verranno anche filmate.

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McGilligan”Allora Ryan è vera questa voce che di alcune scene avete girato 25 ciak?” – O’Neal:”Di tutte”

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K. voleva girare il più possibile a lume di candela. Siccome l’aristocrazia preferiva la cera vergine che brucia producendo poco fumo si rivolse alla fabbrica di candele Price che era fornitrice della Chiesa cattolica romana. Dopo avere visitato la fabbrica K. ordinò, fra lo sconcerto generale, candele per illuminare un centinaio di sale da ballo.

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Girare a lume di candela poneva enormi problemi. Perciò K. e il direttore della fotografia John Alcott cercarono per 3 mesi lenti che lasciassero entrare più luce possibile. Alla fine si orientarono su una Zeiss da 50mm messa a punto dalla Nasa per riprese sulla Luna. La massima apertura delle lenti riduceva la profondità di campo, per questo l’ingegnere Ed Di Giulio venne chiamato a ricostruire la macchina da presa. Douglas Milsome, assistente di Alcott, era il responsabile del fuoco e seguiva le riprese attraverso una telecamera a circuito chiuso.

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“La necessità era di alzare la luce fino a un livello che ci permettesse di girare dalle 8 del mattino alle 7 di sera, mantenendo un effetto uniforme. Allo stesso tempo cercavamo di riprodurre le situazioni decise in base alla ricerca, e di riferirci ai disegni e ai dipinti previsti per la giornata, in che modo erano illuminate le stanze e così via. Le composizioni effettive delle nostre inquadrature erano molto fedeli ai disegni dell’epoca”. John Alcott intervistato da American Cinematographer nel 1976.

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L’uso dello zoom divenne la scelta stilistica di Barry Lyndon. Un geniale strumento estetico che sezionava composizioni accuratamente incorniciate. Si voleva dare l’impressione di un dipinto d’epoca che prendeva vita.

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La sequenza nella quale Lyndon duella con Lord Bullingdon occupava una riga di sceneggiatura. Per completarla al montaggio ci vollero 42 giorni.

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Barry Lyndon mi piace, ma per me è stato come visitare il Prado senza aver pranzato”, opinione espressa da Steven Spielberg in un’intervista a Sight and Sound nel 1977.

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S. K.: “Dall’inizio alla fine di un film le uniche limitazioni che io osservo sono quelle che mi sono imposte dalla quantità di denaro che devo spendere e dalla quantità di sonno di cui ho bisogno.”

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S.K. sul numero di ciak: “gli attori che hanno fatto molti film non riescono veramente a comunicare nelle loro interpretazioni un senso di autentica eccitazione se nella cinepresa non sta scorrendo la pellicola.”

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S.K. :”Quello che ho scoperto è che più un film è completamente cinematografico, meno interessante diventa la sceneggiatura, perché una sceneggiatura non nasce per essere letta, ma per essere realizzata su pellicola. (…) Non sarà mai pubblicata una sceneggiatura di Barry Lyndon perché non c’è niente da leggere che abbia un interesse letterario.”

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“Nella sequenza della battaglia avevamo un carrello lunghissimo, con la macchina presa su un binario di quasi 250 metri. Sul carrello c’erano tre cineprese che si spostavano con le truppe.” John Alcott intervistato da American Cinematographer nel 1976.

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L’autunno del 1974 venne dedicato alla colonna sonora. K. lavorava 18 ore al giorno e non si spiegava perché non lo facessero tutti. Sulle musiche tradizionali lavorò Sean O’ Riada che compose per i Chieftains. Per adattare Bach, Mozart, Schubert, Vivaldi, venne chiamato Leonard Rosenman (Gioventù bruciata, La valle dell’Eden).

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“Riduce tutti quanti a schiavi. Dopo la centocinquantesima ripetizione di un brano si lamentò che l’orchestra era fuori tempo di un terzo di battuta. Gettai a terra la bacchetta e tentai di afferrrarlo per il collo.” Leonard Rosenman in un’intervista televisiva.

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S.K.: “Il cinema non ha ancora nemmeno iniziato a scoprire come si possano raccontare storie secondo la sua specificità.”  In un’intervista a Time nel 1975

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“Se esiste un film capace di riflettere la visione del mondo di Kubrick, un mondo sottomesso a un controllo razionale, questo film è Barry Lyndon”. (John Baxter)

 

Le notizie e le citazioni sono tratte da:

John Baxter Stanley Kubrick – La biografia  (Lindau), Vincent LoBrutto Stanley Kubrick – L’uomo dietro la leggenda, American Cinematographer 3-1976, Time 15-12-1975,