TFF41- Le catene della colpa: Essential Truths of the Lake di Lav Diaz

La colpa è pesante, come l’acqua del lago Taal. E nera, come la polvere del suo vulcano, che copre ogni cosa, anche i morti provocati dalle sue eruzioni, l’ultima imponente nel 2020. Il martirologio delle libertà nella storia delle Filippine, di cui, in un modo o nell’altro, il cinema di Lav Diaz si fa carico, continua in Essential Truths of the Lake, fuori concorso a Torino 41, (passato in concorso a Locarno76): 215 minuti in un bianco e nero digitale opacizzato e a tratti contrastato in chiave quasi espressionista, e nella parte finale lavorato come fosse pellicola coi segni del suo tempo. Gli stessi segni del tempo che si porta addosso il protagonista del film, il tenente Hermes Papauran, “uno dei migliori detective della polizia filippina”, già al centro del precedente lavoro di Lav Diaz, When the Waves are Gone (visto l’anno scorso a Venezia), di cui questo è un sostanziale seguito. Papauran (interpretato da John Lloyd Cruz con iconica empatia) ha servito nel corpo di polizia durante gli anni di Duterte e sente di essere stato utilizzato dal presidente dittatore come strumento per la sua famigerata lotta contro i cartelli della droga, operazione di facciata per sbarazzarsi impunemente degli oppositori.

 

 

La piaga che Papauran si porta dentro è il caso irrisolto della scomparsa di Esmeralda Stuart, modella, artista e attivista ambientalista e umanitaria di cui si sono perse le tracce proprio nella provincia di Batangas, dalle parti del lago Taal. Soli 50 chilometri da Manila per una traiettoria sterminata come l’indagine del detective, che unisce le colpe politiche del paese con le ombre di una connivenza inevitabile. Papauran si aggira tra le case sulle sponde del lago ricoperte di lava che nasconde cadaveri per placare i suoi fantasmi, la colpa di essere stato asservito a un potere che ha tradito il popolo e ha celato quella verità che lui ora cerca disperatamente. Si trasferisce a vivere lì, cerca di creare relazioni con la gente del posto: il giovane venditore ambulante, un orfano scostante che lavora alla giornata, la donna che lo ospita in una capanna, il vecchio pescatore che continua a scavare nella lava in cerca dei corpi della moglie e dei figli…Lav Diaz costruisce ovviamente la narrazione come un processo di immersione spirituale nel tempo interiore del dramma che descrive, piuttosto che nelle sue funzioni narrative: Essential Truths of the Lake ha tutta la porosità onirica di un cinema che si spinge in profondità nel significato del dolore, scandisce i dialoghi con la lentezza della parola che è testimonianza, osserva le figure e i luoghi con la precisione dei sentimenti. E fa di Hermes Papauran una figura che assorbe in sé l’intero dramma per produrre una catarsi quasi sorda, che solo l’immagine finale è in grado di assicurare.

 

 

Per il resto, le sue indagini, le sue domande, i passi che fa in cerca della verità finiscono col procurare solo dolore, rimestando nell’oscurità e trovando la diffidenza della gente semplice nei confronti del ruolo che il detective, suo malgrado, incarna. Nella prima parte del film seguiamo le indagini impossibili e inutili del detective, incapace di trovare una verità che forse non sta da nessuna parte. Gli spettri del passato intanto si aprono in flashback che ci mostrano Esmeralda nei film che ha interpretato, nelle azioni di protesta di cui è stata artefice. Lav Diaz elabora l’impotenza del suo protagonista in una forma lucida e inane, che nella seconda parte si spinge nel progressivo smarrimento di Papauran nel suo tormento, mentre entra sempre più a contatto con la verità della gente con cui è andato a vivere. La sua è una vera e propria via crucis che lo danna a un sacrificio nel segno dell’impotenza. Essential Truths of the Lake è profondamente connesso con Batang West Side, il primo film che impose Lav Diaz all’attenzione internazionale, di cui riprende proprio lo schema della detection come indagine su una verità irraggiungibile, ma anche la sostanziale importanza del rapporto tra il protagonista e il set che attraversa. In questo ultimo film, il regista filippino sembra sostanzialmente cercare un rapporto diretto con il tema della verità da intendersi come dato reale: umano ambientale storico. Le lacrime che sigillano Essential Truths of the Lake sono quelle che sanciscono per il regista il bisogno del suo paese di inginocchiarsi dinnanzi alla sua gente, alla miseria e alla sofferenza patita dalla popolazione nell’intera storia di sopraffazioni, violenze e ingiustizie che ha segnato il cammino delle Filippine sino ad oggi.