Dal 31 gennaio al 2 febbraio arriva nelle sale cinematografiche italiane, in collaborazione con Arcigay, il documentario Let’s Kiss – Franco Grillini Storia di una rivoluzione gentile, sceneggiato da Filippo Vendemmiati e Donata Zanotti a partire dal libro Ecce omo: 25 anni di rivoluzione gentile (2008, scritto da Grillini con Laura Maragnani), e diretto dallo stesso Vendemmiati, documentarista impegnato e scrupoloso (La Grande Sorella, 2006; È stato morto un ragazzo. Federico Aldrovandi che una notte incontrò la polizia, 2010; Non mi avete convinto – Pietro Ingrao, un eretico, 2012; Meno male è lunedì, 2014). Presentato con successo all’ultima edizione di Alice nella Città e all’Italian Film Festival di Berlino, Let’s Kiss è stato proiettato il 24 gennaio 2022 come anticipazione del 37° Lovers Film Festival di Torino. Si tratta di una (auto)biografia per immagini di Grillini, classe 1955, figlio di contadini della provincia bolognese, laureato in pedagogia, presidente nazionale di Arcigay dal 1987 al 1998 e dal 2001 al 2008 (ora presidente onorario), parlamentare alla Camera dei deputati (2001-2008) e consigliere regionale dell’Emilia-Romagna (2010-2014) che ha militato, in sequenza, nel PdUP, nel PCI poi PDS poi DS, in SD, nel PSI, in IdV e CD, usando i partiti, come dice lui stesso, come megafoni per dare voce alla comunità LGBT italiana quando i diritti civili erano ancora un sogno lontano. Una comunità cui lui stesso, assieme ad altri attivisti storici, ha dato una casa, dunque identità e sicurezza, inaugurando nel 1982 presso il cassero di Porta Saragozza a Bologna il Circolo di cultura omosessuale «28 giugno» (poi chiamato «Il Cassero»), fondando nel 1985 Arcigay Nazionale, nel 1987 LILA («Lega italiana per la lotta contro l’AIDS»), nel 1997 LIFF («Lega Italiana delle Famiglie di Fatto»).
Attraverso il racconto in presa diretta dello stesso Grillini, presente sempre come voce fuori campo, il documentario, grazie alla fotografia tersa di Carlotta Cicci, Simone Marchi e Stefano Massari, al montaggio preciso ed empatico di Stefano Massari e alle musiche suggestive di Paolo Fresu, mescola riprese ad hoc nei luoghi della vita del protagonista (Pianoro, Bologna, Roma, New York ecc.) e materiale documentale inedito. Quello a cui assistiamo è dunque un viaggio sentimentale dalla casa natale in campagna all’università, dalle vecchie sedi di partiti scomparsi fino al parlamento, passando per le strade e le piazze dei Gay Pride italiani e americani, e allo stesso tempo la ricostruzione di oltre trent’anni di storia politica e sociale italiana, anche attraverso l’evoluzione del linguaggio dei media (in particolare la tv), scandita dalle lotte e dalle conquiste di Grillini: dall’esplosione dell’AIDS con la messa all’indice dei rapporti omosessuali fino al primo matrimonio tra persone dello stesso sesso e alla battaglia ancora aperta per la stepchild adoption. Con grande delicatezza e autoironia, non prive di qualche amabile vezzo, Grillini racconta anche le sue vicende private, dal coming out in famiglia all’amore inestinto per sua madre e sua sorella, dalle relazioni sentimentali al sesso, dalla malattia che lo ha colpito anni fa alle conseguenti terapie, fino al testamento con il quale intende mettere in ordine la sua eredità, fatta di libri riviste video, ma soprattutto, dice lui stesso con grande serenità, di memorie che non vanno perse, di lotte che occorre raccontare ai giovani per evitare che diano per scontati i loro diritti, rischiando di risultare ingrati verso chi ha reso possibile la loro libertà e di perdere per inconsapevolezza quella stessa libertà, perché la lotta per i diritti civili in un mondo in cui i populismi, fascismi e fondamentalismi tendono a riemergere ciclicamente non è mai veramente finita.