A Mantova gli intrecci fra arte sovietica e italiana

Semen-Afanasevic-Cujkov-La-figlia-del-soviet-1948
Semen-Afanasevic-Cujkov-La-figlia-del-soviet-1948

È stata prorogata fino al prossimo 25 ottobre la mostra Guardando all’Urss – Realismo socialista in Italia dal mito al mercato (a Mantova, Fruttiere Palazzo Te). La rassegna indaga le relazioni,  gli scambi gli sguardi tra tra arte italiana del secondo dopoguerra e arte sovietica del realismo socialista, riflettendo su affinità elettive e divergenze culturali e linguistiche, in una mostra di grande respiro internazionale e ricca di documenti, video, fotografie, manifesti e libri, poco consciuti al grande pubblico.

 

Claudio Astrologo, Giovane muratore romano
Claudio Astrologo, Giovane muratore romano

Due gli ambiti scelti dal progetto per indagare questa vicenda ancora   inedita e affascinante: da un lato l’iniziativa del Premio Suzzara, voluto da Voluto da Dino Villani e dal sindaco comunista Tebe Mignoni con Cesare Zavattini e destinato, dal 1948 per quasi trent’anni, a far riflettere sul linguaggio realista e sul tema del lavoro. Gli artisti partecipanti e premiati (da Guttuso a Zigaina, da Gorni a Borgonzoni, da Mucchi a Pizzinato, da Fabbri a Sughi, solo per fare alcuni nomi) introducono il tema del ruolo dell’arte figurativa all’interno della politica culturale del Pci. Una seconda sezione della mostra si propone di ricostruire l’immagine dell’URSS in Italia nel secondo dopoguerra, con uno sguardo particolare rivolto alla ricostruzione delle opere e degli artisti proposti nei Padiglioni sovietici alle Biennali veneziane nel 1934 e dal 1956 agli anni Settanta. Grazie ai prestiti della Galleria Tret’jakov, in mostra saranno presenti opere di Nikolaj Andreev, Aleksandr Dejneka, Sergej Gerasimov, Vera Muchina, Pëtr Končalovskij, Grigor’evič Nisskij, Viktor Popkov.

Tarasenko-Vladimir-Stefanovich-Operaie-di-elettronica-al-lavoro1976
Tarasenko-Vladimir-Stefanovich-Operaie-di-elettronica-al-lavoro, 1976

“Parlare del mito dell’URSS in Italia nel secondo dopoguerra significa sollevare il coperchio su un mondo complesso nei linguaggi e nei significati, impossibile da risolvere in una mostra e in una pubblicazione, ma al quale, finalmente e senza falsi miti o negazioni, si vuole guardare.
Innanzitutto abbiamo cercato di restringere il campo della nostra ricerca a un territorio rigorosamente storico artistico, focalizzando l’attenzione sulla ricezione del realismo socialista sovietico in Italia, inquadrandolo in un contesto di scambi e rapporti culturali. In questo quadro d’insieme un aspetto che è emerso in tutta la sua complessità è quello del viaggio in URSS e dei resoconti di viaggio, che nel corso degli anni Cinquanta costruiscono un’immagine mitica e allo stesso tempo fortemente stereotipata di luoghi, contesti sociali, linguistici, culturali…

Cernov Anatoli Mikhailovich, Festa del grano, anni 80
Cernov Anatoli Mikhailovich, Festa del grano, anni 80

Ci siamo chiesti: che cosa avevano visto gli artisti italiani nei loro viaggi in Unione Sovietica? Chi avevano incontrato, di cosa avevano dialogato, cosa avevano portato di sè, cosa avevano ritrovato? Abbiamo provato a rispondere attraverso il metodo del confronto interdisciplinare, con lo spoglio di archivi, la visione di film d’epoca, la rilettura di racconti e di resoconti di viaggio, guardando a manifesti, cartoline, sfogliando i rotocalchi. Poi il fenomeno collezionistico, qui documentato da prestiti privati: testimonianza di una cultura d’immagine, di una retorica visiva, di una modalità di racconto della realtà sovietica che rivela forti persistenze, un linguaggio  fortemente codificato che viene riproposto, tra copie e riedizioni, per tutti gli anni Ottanta”.

(Vanja Strukelj, curatrice della mostra mantovana con Ilaria Bignotti e Francesca Zanella)