Filmmaker Festival 2024: campo libero alla ricerca del cinema

Dal cinema diretto alla fisicità del cinema in prima persona, dal film saggio alla testimonianza militante, dalla pellicola 16mm alla realtà virtuale: Filmmaker Festival 2024 arriva puntuale a Milano, dal 16 al 24 novembre sugli schermi di Arcobaleno Film Center, Cineteca Milano Arlecchino e Cineteca Milano MIC. Un programma che interpreta in modo attivo le tendenze dell’immagine contemporanea, scava nel passato della sperimentazione, si intrufola nelle botteghe dei registi più innovativi e affianca il lavoro di artisti-didatti e dei loro discepoli. Il programma di questa edizione propone un totale di 64 titoli di cui 40 prime mondiali e 11 prime italiane e si articola in otto sezioni: Concorso Internazionale, Concorso Prospettive, Fuori concorso, Interferenze, Filmmaker Expanded, Filmmaker Moderns, Teatro Sconfinato e a Retrospettiva: Prometeo liberato – il “Nuovo Cinema” per Adriano Aprà. L’edizione di quest’anno si apre con due film, due sguardi prossimi ma divergenti, che ben introducono lo spirito di ricerca che attraversa tutta la programmazione. In Allégorie Citadine, presentato alla Mostra di Venezia, lo sguardo di Alice Rohrwacher incrocia quello dell’artista francese JR, per una variazione sul Mito della Caverna. Platone. Al centro, artefice e mago, il regista misterioso: Leos Carax, eterno sognatore coi suoi occhiali neri che racchiudono un’altra visione. (In apertura una immagine di Tardes de soledad di Albert Serra).

 

Sulla terra leggeri di di Sara Fgaier

 
E poi C’est pas moi di Leos Carax – film del Concorso internazionale, in anteprima italiana dopo la presentazione al Festival di Cannes – un diario che dichiara l’amore per Godard e per il cinema, si intreccia nella vita, fra le immagini altrui, la figlia Nastya, la memoria di volti e figure familiari, Denis Lavant flaneur lunare e punk sui ponti e le strade parigine, John Ford e Nick Ray. La serata di chiusura, invece, proporrà Sulla terra leggeri , la magnifica opera prima di Sara Fgaier, presentata in concorso a Locarno. Venendo invece al Concorso Internazionale,  quest’anno unisce negli undici titoli, tutti in anteprima italiana o mondiale, nomi conosciuti e molto amati dal pubblico di Filmmaker, maestri e maestre del documentario e innovatori al confine fra arte, cinema e sperimentazione. Ruth Beckermann (Favoriten) e Claire Simon (Apprendre) realizzano due film ambientati rispettivamente nel sistema scolastico austriaco e francese. Khavn De La Cruz, artista filippino dalla produzione multiforme, ripercorre in Makamisa – Phantasm of Revenge la decolonizzazione e la liberazione dall’occupazione spagnola del suo Paese. Il tema del conflitto diviene il dispositivo utilizzato da Oksana Karpovych in Intercepted, che affronta la guerra fra Ucraina e Russia attraverso le conversazioni dei soldati russi intercettati dall’esercito ucraino. L’ambiente e il rapporto fra umano e mondo animale sono al centro di The Invisible Zoo di Romuald Karmakar. Il regista tedesco, fra i nomi di punta del documentario mondiale, filma lo zoo di Ginevra in cui si materializzano il desiderio di tutela degli animali – minacciati dall’umanità stessa – e la preservazione della loro libertà. La natura è il punto di partenza anche per le sperimentazioni di Johann Lurf e Christina Jauernik: Revolving Rounds è una visione in pellicola 3D, fra un “viaggio spaziale” e un trip lisergico all’interno del codice genetico di una pianta, della pellicola cinematografica e di noi stessi.

 

Né ombra né luce di Andrea Caccia

 
Due i titoli italiani, entrambi in prima mondiale, che esplorano altrettante vie del documentario contemporaneo. Declina un cinema alla prima persona che coinvolge sentimenti universali, Donatella di Cicco in Via Campegna 58, scala I, Interno 8, 80421, Napoli, una narrazione famigliare che riflette sui rapporti fra generazioni e sulla trasmissione della memoria. Massimo D’Anolfi e Martina Parenti con Un documento, girato all’interno della sezione di Etnopsichiatria dell’ospedale Niguarda di Milano, lavorano invece su un cinema di osservazione per indagare le fratture del presente. Il tema della cura è anche il riferimento per Nicolas Philibert in Averroès e Rosa Parks (in Italia uscirà per I Wonder Pictures): una riflessione sul mondo di oggi attraverso il microcosmo del Polo psichiatrico di Parigi. L’io torna anche nel lavoro di John Smith, maestro britannico del cinema d’avanguardia, che in Being John Smith realizza con umorismo un film-saggio intorno al suo nome, a sé stesso, al nostro tempo. Dedicato a autrici e autori fino a 35 anni, il Concorso Prospettive intende invece mappare tendenze, sperimentazioni, vie di fuga del nostro cinema che sarà, proponendosi come un laboratorio senza distinzioni di generi, lunghezze, formati. Quindici i titoli della selezione, tutti in anteprima mondiale e nazionale, che esprimono una grande varietà di soggetti e di linguaggi per confrontarsi con identità di genere, uso dell’archivio, voci femminili, geografie contemporanee: L’eco dei fiori sommersi di Rosa Maietta, Il capitone di Camilla Salvatore, Esseri urbani di Mariasole Caio, Marco Occhionero, Camilla Parodi e Simone Pontini, Passi (O quel che si ricorda) di Noah Zoratti, Veronica Orrù, Hleb Papou, Silvia Cuconati, Fratello documentario di Diego Fossati, Auto-tune di Castrense Scaturro e Federico Scrima, Fermate il tempo di Davide Finocchiaro, Madelyn di Matteo Trotta, Fuori campi di Tommaso Bellinzaghi, Ciecho di Luca Pallaro, Sado di Davide Palella, Vitaliy’s Dream di Martino Santori, I sonnambuli di Luana Giardino, La maison Dieu di Alberto Baroni, Meditazioni per l’Apocalisse di Irene Dorigotti e Amerika di Saverio Corti.

 

Filmstunde_23 di Edgar Reitz

 
Ci sono poi le cinque proposte fuori concorso: Filmstunde_23, il nuovo film di Edgar Reitz, che ritrova dopo oltre cinquant’anni la sua classe di un ginnasio femminile dove ha insegnato cinema nel 1968. Tardes de soledad è il nuovo film di Albert Serra, l’inventivo regista catalano, fra gli autori più colti e originali dell’attuale panorama europeo, dedicato al il giovane e iconico torero Andrés Roca Rey. Un ritratto è anche il nuovo film di Marie Losier, Peaches goes Bananas che racconta da vicino Peaches, artista queer femminista divenuta, all’inizio del nuovo millennio, un’icona dell’electroclash. Le macerie dell’ex Istituto Marchiondi-Spagliardi progettato negli anni Cinquanta a Baggio da Vittoriano Viganò e le utopie fallite di Milano sono al centro di Né ombra né luce di Andrea Caccia. L’attualità e l’analisi storica e politica si intrecciano infine in No Other Land (che sarà distribuito da Wanted) di Basel Adra, Hamdan Ballal, Yuval Abraham, Rachel Szor, che filma la vita a Masafer Yatta, in Cisgiordania, e la brutalità dell’occupazione israeliana.
 
Filmmaker 2024 website