
“Non ricordo l’anno esatto in cui ho deciso che avrei fatto cinema, ma so che non l’ho mai scelto, perché credo di essere nato con questa idea: il cinema ha scelto me”: Amir Naderi non ha dubbi sul rapporto predestinato che ha con l’atto stesso di filmare e del resto lui è uno che nutre soprattutto certezze, atti di volontà, tensioni assolute verso un obiettivo che, per quanto arduo, non vede mai come irraggiungibile. Amir Naderi è senza mezzi termini uno dei più grandi e assoluti registi viventi: anche al di là della quantità e dell’esito dei suoi film sulla scena internazionale, i suoi film sono sempre e comunque una rivelazione, per chi li rivede e ovviamente soprattutto per chi li scopre per la prima volta. L’occasione offerta da MUBI con la rassegna Desideri d’infanzia: tre film di Amir Naderi, disponibile in questi giorni sulla piattaforma, è dunque un varco aperto verso l’esperienza di un cineasta radicale, attivo dall’inizio degli anni ’70, autodidatta, riconosciuto come un maestro dai maestri stessi della new wave iraniana, partito (non fuggito) verso l’America alla fine degli anni ’80 per trovare nuovo spazio e nuova luce per la sua personalità e per la sua visione, poi con il nuovo secolo trasferitosi anche in Giappone, ma con frequentazioni italiane… [In apertura una immagine tratta da Il corridore.]

La natura e la persona sono i due elementi su cui lavora, sempre in interconnessione e in conflitto in ogni suo film, forze opposte e reciproche, che definiscono il potere della vita e la pulsionalità delle esistenze. L’infanzia è stato il primo obiettivo del suo narrare e i tre film proposti su MUBI sono tre gemme di bellezza assoluta, con almeno un vero e proprio capolavoro, Il corridore (1985), che è il punto di arrivo di un percorso seguito da Amir Naderi negli anni precedenti, di cui Harmonica e Waiting, gli altri due film proposti, entrambi del 1974, sono un magnifico esempio. Ambientato, come gli altri due, sulla costa meridionale dell’Iran, dove Naderi è nato e cresciuto, Il corridore è la storia del piccolo Amiru, un orfano che vive sulla spiaggia e si arrangia come può, raccogliendo bottiglie gettate in mare dalle petroliere che incrociano al largo e sognando una vita diversa, magari a bordo di una di quelle immense navi che guarda con occhi tristi e sognanti. La corsa è il suo unico sfogo, atto di libertà o di salvezza dalle angherie che subisce. La corsa che esprime tutto il suo spirito di libertà e che incarna uno di quei gesti di sfida alla vita, ai limiti del proprio corpo, della realtà in cui si vive. Il corridore è un film sostanzialmente autobiografico, che incarna totalmente la visione della vita e la concezione del cinema di Amir Naderi e sa commuovere ed entusiasmare con una potenza espressiva che, mai come in questo caso, rappresenta anche la potenza dell’esistere.

Gli altri due film proposti da MUBI sono delle gemme di purezza rara, due lavori intagliati nella luce e nell’innocenza, che raccolgono la percezione dell’infanzia nutrita da Ameir Naderi come spazio esistenziale in cui il desiderio, la volontà, la mancanza, il bisogno sono pulsioni vitali assolute. Due film che sono anche parabole sociali puntuali e pungenti, che non sfuggirono alle attenzioni della censura dell’epoca. Waiting in particolare, coi suoi 48′ offre un ritratto d’adolescenza che si confronta con lo stupore della bellezza e con la tensione del desiderio. Protagonista è un ragazzo, che ogni giorno bussa alla porta di una casa signorile porgendo una coppa di vetro: la mano di una giovane donna si sporge, prende la coppa e la restituisce con il suo prezioso carico di ghiaccio (elemento che tornerà nella magnifica scena finale del Corridore…). In questo rito quotidiano si riflette lo stupore della bellezza, la scoperta dell’amore e la percezione del desiderio che diventa ossessione – una delle tante ossessioni dei personaggi di Naderi – e ragione di vita. La parabola esistenziale è tracciata dal regista con una limpidezza che toglie il respiro e definisce per il suo cinema un perimetro di valore assoluto.

Non meno potente e importante il terzo film, Harmonica: 74′ di fiaba, in cui il figlio del signore di un villaggio sul mare riceve in dono una armonica e la trasforma nello scettro del suo piccolo potere da esercitare sugli altri bambini, primo fra tutti il povero Amiro, che si piegherà a ogni richiesta e a ogni angheria del suo piccolo signore pur di avere il privilegio di suonare l’armonica che tanto desidera. Una magnifica parabola sul potere che è anche una stupenda fiaba d’infanzia, che si fa carico di ogni valore e disvalore della vita degli adulti. Anche questo, film intriso di luce e di pulsioni ossessive, in cui Amir Naderi già esprime la sua concezione della vita come spazio di confronto con l’assoluto e spinta inalienabile verso la realizzazione del proprio valore.
Mubi: DESIDERI D’INFANZIA: TRE FILM DI AMIR NADERI


