Messaggi da un possibile futuro: a Venezia82 Barrio Triste di Stillz

In spagnolo il “Barrio” è il quartiere di una città formato da comunità non pienamente assimilate al tessuto sociale, che nel caso specifico è Medellin in Colombia, dove l’artista multimediale Stillz ha ambientato il suo primo lungometraggio, dopo una carriera già affermata nel campo della fotografia e dei videoclip per gli artisti urban della scena sudamericana. Barrio Triste è per questo un film a più livelli, che utilizza il suo canovaccio introduttivo – un gruppo di ragazzi rubano la telecamera di un reporter e da quel momento in poi vediamo il filmato del loro viaggio – come punto di partenza per un’esperienza immersiva. Forte della bassa definizione del filmato, che conferisce una qualità impressionista al peregrinare dei protagonisti, Barrio Triste diventa un oggetto alieno, con un taglio in parte documentaristico, in parte surreale nella sua componente fantasy. Se infatti la prima parte del racconto indugia in particolare sull’humus del sobborgo, fatto di micro criminalità, luoghi fatiscenti, varie figure che si avvicendano davanti all’obiettivo intrecciando il percorso dei protagonisti, il contrappunto cosmico è dato da misteriose luci nel cielo che riveleranno un’origine aliena, permettendo il passaggio senza soluzione di continuità dal racconto di formazione all’odissea fantastica – dopotutto, non mancano dei momenti anche horror nella caratterizzazione di questi non luoghi abitati da ombre inquiete.

 

 

Un ulteriore livello viene poi fornito dalle confessioni in camera dei ragazzi, che non solo mettono gli spettatori a parte delle proprie inquietudini e pensieri, ma allargano la linea temporale dichiarando che i loro messaggi provengono dal futuro, dove forse l’intera vicenda è collocata. Questa volontà e capacità dell’autore di esteriorizzare un universo interiore malinconico e poetico, creando così uno spazio realistico eppure totalmente immaginifico – complice anche il commento d’atmosfera fornito dalla celebre musicista venezuelana ARCA – si situa chiaramente nel solco ispiratore dell’opera di Harmony Korine (che copre il ruolo di produttore esecutivo). In questo senso Barrio Triste sembra anche una riformulazione e un rovesciamento della visione termica di Aggro Dr1ft nella bassa definizione di una telecamera strappata dal suo ruolo “istituzionale” per farsi veicolo in un universo marginale. Stillz in questo senso cerca una distanza dalla forza iconografica delle maschere demoniache predilette da Korine, per restare attaccato ai sogni di una generazione (e un mondo) bruciati ma che dimostrano il loro febbrile desiderio di esserci. In tal modo, l’esperienza sensoriale e la stratificazione del progetto, riescono a non recedere mai da un umanesimo di fondo che, anche quando trasporta lo spettatore in una dimensione ipnotica e priva di punti di riferimento spazio-temporali, resta sempre vicino alle azioni di luoghi e personaggi con cui si può provare empatia. Presentato nel concorso Orizzonti di Venezia 82.