Chi sono
Sono un gruppo di persone che vogliono vivere a pieno la vita, che è fatta anche di difficoltà, imprevisti. Ma sono uniti e ce la fanno ad andare avanti. Per me è questo è un grande risultato. Il personaggio di Erik è il classico risultato dei conservatori Anni Cinquanta: vuole ribellarsi al padre. In realtà “diventa” presto in suo padre: è quello che succede a tutti in fondo. Ci ribelliamo ai nostri padri, ma finiamo per assomigliargli in modo impressionante. Con il mio cinema e anche con La comune tento di rimanere in equilibrio fra dramma e commedia. Il mio primo obiettivo è lavorare sempre su personaggi tridimensionali, reali.
Un coro greco
Era mia intenzione che i personaggi si muovessero, fossero percepiti, che ricordassero un coro greco. Che commentassero ciò che avviene, che discutessero dei problemi. Volevo che si muovessero insieme, mi piaceva molto l’idea del gruppo in movimento, il dinamismo. Alla fine appaiono come una sorta di rock band della quale tutti vogliono fare parte e non solo dei singoli individui. Sono costretti a rischiare, a mettersi in gioco. In una comune ci si poteva perdere e se non eri un buon parlatore rischiavi di venire emarginato e di affondare.
La comune Dogma
In effetti l’esperienza Dogma può essere vista come una sorta di comune. I miei colleghi e amici però non mi mancano perché continuiamo a vederci: Lars Von Trier mi ha fatto visita mentre montavo La comune e per un po’ siamo stati insieme. Ci mandiamo le sceneggiature, scambiamo le idee, vediamo i nostri film, ci conosciamo molto bene. Direi troppo bene, siamo anche stati nudi uno davanti all’altro, in un certo senso la nostra è ancora una comune. Penso che tutto sia finito quando siamo stati applauditi al festival di Cannes: se ricevi il consenso, la rivoluzione è conclusa, sei stato accettto e inglobato. Da quel momento il nostro Dogma è divenuto un marchio. Si è un po’ svuotato, ma è naturale, la ribellione ha a che fare con la giovinezza, e nessuno di noi è più giovane.
Io e la Danimarca
Mi vergogno di essere danese e della politica del mio paese. Trovo criminale e umiliante la norma approvata su prelievo ai migranti che arrivano nella nostra terra. Non ho mai fatto cinema politicamente corretto, ma sarei molto felice se La comune esortasse le persone a condividere, a rispettare gli altri.