Il taglio alla mohawk…È una sorta di omaggio a un mio amico, Victor Magnotta. Eravamo insieme alla New York University. Voleva farsi prete. Poi scoppiò la guerra del Vietnam e lui si arruolò nei reparti speciali. Si ritrovò in uno degli squadroni peggiori, specializzato nella guerriglia. (…) Una sera mentre giravamo Taxi Driver, eravamo a cena insieme, e Bob gli chiese di raccontare la sua esperienza nelle forze speciali, la giungla, i serpenti e via dicendo. E lui ci raccontò che a Saigon, quando si incontravano per strada dei tizi con il cranio rasato alla mohawk, voleva dire che appartenevano alle forze speciali, che era meglio stargli lontano perché erano pronti ad avventarsi, a uccidere. Erano stati condizionati a fare questo. Poi ci mostrò una fotografia. Il taglio era un po’ più corto di quello che Bon ha nel film, ma gli somigliava molto. E non mi ricordo chi disse che dovevamo riprenderlo nel film. Bob dice che l’idea è stata sua…
(Tratto da Martin Scorsese – Il bello del mio mestiere. Scritti sul cinema, minimum fax)