Con l’ipnotico cortometraggio Ciclo (su musiche di Kai Engel) l’artista giapponese Kouhei Nakama continua nella sua esplorazione del corpo umano, della forma umana. Con svariate tecniche (motion capture, su tutte) ricrea l’essere umano con una trama che evolve, perfora, si allarga, si sposta. Tutti gli esseri umani presenti nei suoi video sono realizzati interamente dai computer e non utilizza mai fotografie o illustrazioni. Nakama fa notare che gli interessa seguire/anticipare le trasformazioni dell’essere umano. E si interroga sul perché l’uomo non ha modellato la consistenza della pelle come hanno fatto gli animali. Sul suo sito, dove non dà nessuna notizia su se stesso, si domanda “quale sarà la definizione degli esseri umani? Fino a che punto potremo trasformare noi stessi?”