[Rubrica aperiodica per attempati irriducibili che ancora fanno girare i dischi]
Australia 2023, ma per puro caso. Inghilterra 1970, in realtà. Quella di Paul Rodgers (leggi: Free), ma anche dei Black Sabbath. Due idee di attitudine che dopo due LP (Child, 2014, e Blueside, 2016; con in aggiunta il mini I del 2018; da ascoltare) convivono qui con una naturalezza finalmente trovata, completamente disintegrate e compenetrate in un’onda a tratti squassante di hard blues elettrico vagamente prog/psych, con la classe del Jeff Beck Group da una parte e una sensibilità -etimologicamente- soul dall’altra (anche se Standing on My Tail più che somigliare a Otis Redding come ha detto qualcuno sembra una outtake di Let Love Rule di Lenny Kravitz; o un inedito scuro dei Temple of the Dog). I Child sono ovviamente solo omonimi dell’oscura formazione psichedelica dei tardi Sessanta che diede alle stampe un unico e leggendario vinile eponimo nel 1968 (ristampato in cd nel 2002 da Dodo Records, per eventuali curiosi); e il loro nuovo album Soul Murder (autoproduzione, 7t, 41’40”) è ancora una volta dominato dalla voce e dalla bravura stratosferica del chitarrista Mathias Northway. Basta un pezzo come il conclusivo,concentrico, Coming Up Trumps per dirne la grandezza.