La fase di Joe Quesada come editor in chief di Marvel Comics sarà ricordata, a ragion veduta, come uno dei periodi più felici e fecondi per quanto riguarda i fumetti della Casa delle Idee, soprattutto nella prima fase. Tra le opere più memorabili del periodo ci sono la run stellare di Grant Morrison con gli X-Men, uno dei punti più alti mai toccati dai figli dell’atomo, e il ciclo di Hulk scritto da Bruce Jones, mostro sacro del fumetto americano. L’Hulk di Jones, la cui prima parte è raccolta da Panini Comics in un volume di recente uscita (Il ritorno del mostro, 520pp., € 42), è un instant classic che recupera l’atmosfera della serie TV che, anche qui in Italia, ci ha fatto amare il Golia Verde, quella con Bill Bixby e Lou Ferrigno, riportandoci al Bruce Banner vagabondo e perennemente braccato, in un rapporto profondamente conflittuale con un mostro che è causa ma spesso anche risoluzione dei problemi che inseguono lo scienziato come un’ombra scura da cui non si riesce a liberare.
Bruce Jones è in giro da parecchio e si vede da come padroneggia una scrittura matura e completa, solida sia dal punto di vista della trama sia da quello dell’approfondimento dei personaggi. La caccia all’uomo regge dalla prima all’ultima pagina in un crescendo di complessità, una storia corale in cui una folla di attori entra ed esce di scena con tempi narrativi sempre e comunque equilibrati e con il giusto spazio all’interno della vicenda. Il ritmo è sempre serrato, non perde mai un colpo nei momenti di pausa che, senza mai degradare in tempi morti, portano avanti la storia al pari dei momenti di conflitto aperto. L’azione è esplosiva ma dosata, arriva dopo un accumulo sapiente di tensione, con tutte le pedine, che non sono poche, piazzate nel posto giusto al momento giusto. Il lavoro sui personaggi non è da meno. Se, infatti, il rapporto Bruce Banner/Hulk, l’uomo e il mostro, approfondisce un canone tutto sommato familiare ai lettori, è grande la cura con cui Jones delinea la psicologia e le motivazione di una moltitudine di personaggi che gravitano intorno al protagonista, tutti inseguono tutti e hanno una buona ragione per farlo. Ai disegni troviamo un cast letteralmente da urlo: John Romita Jr., Lee Weeks, Stuart Immonen e Mike Deodato Jr., un poker d’assi, certamente, ma anche di stili che differiscono molto l’uno dall’altro ma perfettamente in grado di amalgamarsi in un mood cupo e nervoso, un’atmosfera di minaccia costante pronta a esplodere in ogni momento. Il ritorno del mostro è un gioiello, una pietra miliare da qualunque parte lo si guardi, magari non per innovazione ma per eccellenza senza alcun dubbio.