Diabolik e le fragilità di Ginko

Non è una regola ferrea, ma nelle storie più edificanti – dove i principi di lealtà e di equilibrio rappresentano sempre il filo conduttore – tra le due forze rivali poste al centro della storia finisce per instaurarsi un rapporto di somiglianza. E così è per l’eroe dei fumetti delle sorelle Giussani e per il suo antagonista di sempre. Diabolik e Ginko, ladro e ispettore di polizia che dal 1962 si sfidano, si scrutano, dimostrando stima e reciproca conoscenza. Su questi sentimenti si sofferma l’ultimo Ginko senza più regole (l’inedito di novembre scritto da Tito Faraci e disegnato da Enzo Facciolo e Agnese Storer) in cui l’ispettore più corretto del mondo dei fumetti (ma non è sempre stato così), uomo tenace, intuitivo e coraggioso, si trova a fare i conti con un nemico insolito e subdolo, spinto da desieri di vendetta, in grado di manipolarlo a sua insaputa. Ginko, infatti, deve sottoporsi ad una serie di sedute presso lo psicologo della polizia, dopo aver assistito alla morte di un suo collega. Il suo temperamento, tuttavia, cambia sempre più radicalmente, diventando un duro dal grilletto facile, capace di sparare a bruciapelo e senza reale necessità. Senza più regole, appunto. I ruoli si invertono e, dopo un violento scontro, saranno Diabolik e Eva Kant a indagare sul loro nemico più coriaceo, scoprendo un doppio gioco facilmente intuibile fin dall’inizio.

Quello che differenzia Ginko senza più regole da altre storie, è l’analisi psicologia che prende il sopravvento sull’avventura. Perché l’ispettore si comporta in modo così inusuale? Allo schema consolidato si unisce un’indagine condotta al di sopra degli stessi personaggi, in cui gli sguardi si moltiplicano e creano un’avvincente rete di informazioni e suggestioni. Il colpo architettato da Eva e Diabolik, ai danni di un trasporto di diamanti di grande valore, non è che l’occasione per sventare un piano ben più criminoso, nel quale Eva rischierà di venire uccisa e l’ispettore di perdere il suo controllo. Riflessione e colpi di scena per quest’avventura che ha il pregio di spiazzare più volte il lettore a partire dal ritmo vertiginoso, pagina dopo pagina, tra depistaggi e sovvertimenti delle regole, dove i tre protagonisti vengono mostrati in momenti di reciproca fragilità, come se fossero accomunati da un destino e da un vissuto che va oltre il quotidiano. Un bel modo per sottintendere le avventure e il legame che esiste tra Eva, Diabolik e Ginko, non solo antagonisti ma complici, non solo eroi e antieroi, ma metafora di un’idea del reale che prescinde dagli schemi e dalle definizioni, omaggio alla complessità di cui spesso dimentichiamo l’importanza.