I muri di Tunisi. Segni di rivolta di Luce Lacquaniti (Exorma Edizioni pag.176 euro 18) è un viaggio nel difficile periodo di “transizione” della Tunisia tra la rivoluzione del 2011 e le elezioni del 2014. Il libro si apre con un saggio di Laura Guazzone, docente di Storia contemporanea dei paesi arabi alla Sapienza di Roma e contiene riflessioni di Michela Becchis, docente e storica dell’arte e Mohamed Ali Ltaief, artista tunisino. Il volume è arricchito da un ottimo apparato iconografico (testi, video, foto di writer e artisti come Ahl Al-Kahf, Molotov, Zwewla che, dal 2011 in poi, hanno quotidianamente dato voce e figura alle idee della rivolta). L’autrice Luce Lacquaniti traduce e commenta le scritte e le immagini nelle piazze e nelle strade di Tunisi. Fa partecipe il lettore di un dibattito spontaneo e pubblico si sviluppa sui muri; i contenuti sono gli stessi che vengono discussi nelle case, a scuola, nell’assemblea costituente, sui giornali, nei negozi e nei caffè. Sono queste scritte e immagini a tracciare veri e propri discorsi sulla natura della rivoluzione, sui fatti salienti del periodo, sulle forme della repressione, sul rapporto tra politica e religione, sulla questione femminile, sull’estetica e sui referenti culturali di questi anni. Spiega l’autrice che ”prima del 2011 era raro vedere scritte che non fossero quelle degli ultras, dal 2011 in poi invece, si è assistito a un exploit di questa forma espressiva e anche ad un’occhiata veloce, appare chiaro che il 99% delle frasi scritte sui muri hanno contenuto politico. E siccome il periodo appena conclusosi in Tunisia, dal punto di vista politico, è particolarmente interessante – il cosiddetto periodo di ”transizione” – ho pensato che queste scritte ne costituissero una documentazione importante. Per me hanno quasi valore storiografico: non raccontano però la storia ufficiale, bensì le reazioni della società civile, giorno dopo giorno, a tutti gli avvenimenti del periodo”.
“Chi ha ucciso Chokri?”. Chokri Belaid, avvocato dei diritti umani e tra i leader del Fronte Popolare (coalizione di partiti di sinistra) è stato assassinato sulla porta di casa a Tunisi il 6 febbraio 2013
Tre modi di sentire a confronto. In nero: “Vivva la Tunisia libera e democratica” (con errore di ortografia). In rosso: “I rivoluzionari dicono: non potete prenderci in giro”. In grigio: “Non c’è altro dio all’infuori di Dio e Maometto è il suo profeta”.