A 67 anni John Carpenter fa il suo esordio come musicista a tutto tondo. A dire il vero le colonne sonore dei suoi film le ha composte praticamente tutte lui, ha iniziato con Dark Star (1974) per motivi economici e ci ha preso davvero gusto se IMDb gli accredita 22 opere come compositore. Il fatto è ancora più stupefacente se si ricorda che il regista di 1997: Fuga da New York non sa leggere minimamente la musica:”Suono tutte le tastiere, ma non so scrivere una nota.”- ha più volte ammesso il buon John. Che per il suo capolavoro, La cosa, ha però voluto Ennio Morricone. Ora con l’etichetta indipendente Sacred Bones esce con l’album Lost Themes, confezionato in cantina con l’aiuto del figlio Cody che l’ha instradato alle meraviglie del Logic Pro. Nove brani che propongono una musica divertente e gustosamente datata che conferma la vena di narratore di Carpenter, bravo a costruire i brani come “colonne sonore di film immaginari”. I debiti sono chiari, lampanti: i Goblin, Claudio Simonetti, i Tangerine Dream, gli Air, la techno, i Daft Punk, drum machine martellanti, incongrui frammenti di piano…Perfetto da ascoltare di notte, in giro per la città in auto, convinti di potere incontrare Snake Plissken (Iena Plissken per noi italiani).