Amo questa città come si può amare qualcuno a cui ci lega un vecchio rapporto di familiarità e di amicizia. È la città nella quale sono cresciuto. Ha dato forma anche alle mie passioni, alle mie speranze, alle mie angosce.
Gabriele Basilico
BasilicoMilano (Contrasto, pag. 204, euro 49) raccoglie per la prima volta tutte le fotografie che Gabriele Basilico ha scattato alla sua città natale. Il volume, curato da Giovanna Calvenzi, contiene 211 fotografie selezionate dai suoi primi lavori fino al 2012, ed è introdotto da una lettera rivolta dal fotografo alla sua città. In questo testo motiva la sua costante ricerca artistica nei confronti di Milano e la volontà di documentazione del suo paesaggio urbano. Accompagnano le immagini i testi di un variegato gruppo di intellettuali, architetti e artisti. Fra gli altri ci sono interventi di Vittorio Gregotti, Ferruccio de Bortoli, Italo Rota, Marco Belpoliti, Mario Calabresi, Antonio Bozzo, Marina Spada, Marco Romano, Massimo Minini, Michele De Lucchi, Gianni Siviero. Completano il volume una nota biografica a cura di Roberta Valtorta e una nota bibliografica.
La città è la protagonista di Milano ritratti di fabbriche 1978- 80, il primo progetto fotografico di Gabriele Basilico, lavoro sulla periferia industriale milanese, nato “dal bisogno di trovare un equilibrio fra un mandato sociale – che nessuno mi aveva mai dato, ma che era la conseguenza dell’ammirazione che provavo per il lavoro dei grandi fotografi del passato – e la voglia di sperimentare un linguaggio nuovo, in grande libertà e senza condizionamenti ideologici”, come ha scritto Basilico stesso. Dopo quel primo progetto comincerà una ricerca che condurrà il fotografo in varie città del mondo, nelle quali ritroverà sempre segni e frammenti della sua Milano. “Negli anni è diventata per me come un porto di mare, un luogo privato dal quale partire per altri mari, per altre città, per poi ritornare e quindi ripartire. Un porto, cioè un luogo fermo, stabile, dove accumulare reperti e impressioni di luoghi lontani. […] Questa città mi appartiene e io le appartengo, quasi fossi un frammento fluttuante nel suo immenso corpo.”
La città è la protagonista di Milano ritratti di fabbriche 1978- 80, il primo progetto fotografico di Gabriele Basilico, lavoro sulla periferia industriale milanese, nato “dal bisogno di trovare un equilibrio fra un mandato sociale – che nessuno mi aveva mai dato, ma che era la conseguenza dell’ammirazione che provavo per il lavoro dei grandi fotografi del passato – e la voglia di sperimentare un linguaggio nuovo, in grande libertà e senza condizionamenti ideologici”, come ha scritto Basilico stesso. Dopo quel primo progetto comincerà una ricerca che condurrà il fotografo in varie città del mondo, nelle quali ritroverà sempre segni e frammenti della sua Milano. “Negli anni è diventata per me come un porto di mare, un luogo privato dal quale partire per altri mari, per altre città, per poi ritornare e quindi ripartire. Un porto, cioè un luogo fermo, stabile, dove accumulare reperti e impressioni di luoghi lontani. […] Questa città mi appartiene e io le appartengo, quasi fossi un frammento fluttuante nel suo immenso corpo.”