La 35ª edizione di Bergamo Film Meeting, che si svolgerà dall’11 al 19 marzo 2017, con la proposizione dell’intera opera di Miloš Forman conferma che il festival è una certezza in tema di retrospettive. 5 premi Oscar e 2 Golden Globe con Qualcuno volò sul nido del cuculo; 8 Oscar con Amadeus; Golden Globe con Larry Flynt – Oltre lo scandalo; Gran Premio Speciale della Giuria al Festival di Cannes per Taking Off; Orso d’argento per la miglior regia al Festival di Berlino con Man on the Moon e infine Orso d’oro alla carriera: sono questi alcuni dei premi più prestigiosi assegnati a Miloš Forman durante la sua lunga carriera.
Forman nasce a Čáslav, una piccola città della Boemia orientale, nell’allora Cecoslovacchia, il 18 febbraio del 1932. Nel 1940, il padre è arrestato dai nazisti: tracce di sangue ebraico sono rinvenute nell’albero genealogico materno. Il primo muore a Buchenwald, la seconda ad Auschwitz. Affidato a uno zio, il piccolo Miloš, come il protagonista del suo primo lungometraggio Černý Petr (L’asso di picche, 1963), si guadagna da vivere facendo il garzone di bottega. Dopo la guerra, terminati gli studi superiori, viene ammesso al corso di sceneggiatura del FAMU, il dipartimento di cinema dell’Accademia dello Spettacolo di Praga. La vivacità culturale, insieme agli scarsi controlli da parte dello stato e alla presenza di insegnanti prestigiosi come gli scrittori Miloš Kratochvil e Milan Kundera e i registi Otakar Vávra ed Elmar Klos, fanno della facoltà un eccezionale laboratorio sperimentale, luogo decisivo per la fioritura del cinema cecoslovacco degli anni ‘60, conosciuto con il nome di Nová Vlna (Nuova onda). Nel 1962, Forman compra una Pentaflex a 16mm segnando così per sempre il proprio destino. Realizza Konkurs (Il concorso), un misto di cinema vérité e candid camera. Dopo il già citato L’asso di picche, che vince il Festival di Locarno, nel 1965 firma Lásky Jedné Plavovlásky (Gli amori di una bionda), una storia di adulti e adolescenti, padri e figli, educazioni sentimentali e apprendistati alla vita. Il film lancia il regista sulla scena internazionale, passando nei principali festival (Venezia, Londra, New York) e meritandosi una nomination all’Oscar. Del 1967 è Hori, Ma Panenko (Al fuoco, pompieri!), una spietata analisi dei comportamenti umani, intrisa di ridicolo e grottesco, nei retroscena di una caricaturale ufficialità. Nel 1968, poco prima dell’invasione della Cecoslovacchia, Forman si trasferisce negli Stati Uniti, dopo una sosta a Parigi per terminare con Jean-Claude Carrière la sceneggiatura di Taking Off, che verrà girato a Hollywood nel 1971. Conflitto generazionale, droga, rivolta, musica folk, denaro: sono gli ingredienti di una storia che riflette le lacerazioni della società statunitense, segnata, tra l’altro, dai tragici assassinii di Martin Luther King e Robert Kennedy. L’insuccesso del film trascina Forman in uno stato di grave depressione.
Nel 1973 Michael Douglas gli fa avere il libro di Ken Kesey One Flew over the Cuckoo’s Nest, da cui il regista trae il film omonimo, con Jack Nicholson. Qualcuno volò sul nido del cuculo vince i 5 Oscar più importanti: miglior film, regia, protagonista maschile e femminile, sceneggiatura. Violenza istituzionale, moralismo, ideologia puritana contro trasgressione, follia, diversità: i temi dell’oppressione e dell’opposizione all’ordine costituito continuano a permeare la poetica dell’autore cecoslovacco. Il film è campione di incassi, Forman diventa una celebrità e nel 1977 acquisisce la cittadinanza americana. Con un budget di partenza di dieci milioni di dollari dirige il musical Hair (1979), storia di un ragazzo che deve partire per il Vietnam, uno dei maggiori successi degli anni ‘60 a Broadway: un inno alla pace e al libero amore. Nel 1981 esce Ragtime, dal bestseller di E.L. Doctorow, un’epopea storica dell’America degli anni ‘10. Il 1984 è l’anno di Amadeus, che racconta il tormentato rapporto di Mozart con Antonio Salieri. Il film vince 8 Oscar: miglior film, regia, attore, sceneggiatura, costumi, suono, trucco e scenografia. Nel 2002 esce una versione di 180’, Amadeus – Director’s Cut, con colonna sonora rimasterizzata e tre sequenze che erano state scartate. Seguono Valmont (1984), tratto da Le relazioni pericolose di Laclos, e The People vs. Larry Flynt (Larry Flint – Oltre lo scandalo, 1996), Orso d’oro a Berlino, biografia di un magnate della stampa pornografica. Un’altra biografia è quella del comico e attore americano Andy Kaufman, uno dei più famosi interpreti dell’anti-humour, in Man on the Moon, del 1999, con uno straordinario Jim Carrey. Dopo aver inanellato una lunga serie di successi, nel 2006, Forman, oggi in ritiro per una grave patologia all’occhio destro, realizza quello che con ogni probabilità sarà il suo ultimo film: Goya’s Ghosts (L’ultimo inquisitore), con Javier Bardem e Natalie Portman, dove il grande pittore spagnolo è testimone di alcuni episodi drammatici della sua epoca.